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Una piccola guerriera che corre per la libertà
Non voglio che sia un caso se proprio oggi scrivo la recensione dello splendido e tristissimo libro di Giuseppe Catozzella, “Non dirmi che hai paura”.
Questo romanzo, narrato in prima persona dall'autore, racconta la storia vera di Samia Ysuf Omar.
Samia vive a Mogadiscio, in Somalia ed ha per sorella la guerra, perché lei e la guerra sono nate insieme. Trascorre un'infanzia difficile ma alla fine ancora felice, perché ricca di amore e speranza. Samia comprende prestissimo di avere un dono, sa correre velocissima. Vuole realizzare il suo sogno di diventare un'atleta e correre per la libertà: la libertà dalla guerra, dall'oppressione e dalla prevaricazione in cui è costretta a vivere. Samia non ha mai odorato il profumo dell'aria senza la presenza della polvere da sparo. Non può andare sulla spiaggia: potrebbe essere uccisa solo perché si trova lì. La situazione peggiora di anno in anno, alla guerra si aggiunge la presa del potere da parte di un gruppo di estremisti islamici, Al-Shabaab. Da un giorno all'altro viene vietato di ascoltare la musica, vengono chiusi tutti i cinema, vengono spenti i pochi lampioni sotto ai quali le persone si radunavano a leggere, la sera. Gli uomini sono obbligati ad indossare pantaloni lunghi, rasarsi i capelli a zero oppure portarli lunghi, come le barbe. Le donne però hanno una sorte ancora peggiore, sono costrette a portare il burqa, non possono più fare niente, anche camminare per strada può essere fatale.
Eppure Samia non vuole assolutamente lasciare il suo Paese, non vuole affrontare il Viaggio.
“Il Viaggio è una cosa che tutti noi abbiamo in testa fin da quando siamo nati. Ognuno ha amici e parenti che l'hanno fatto, oppure che a loro volta conoscono qualcuno che l'ha fatto. E' come una creatura mitologica che può portare alla salvezza o alla morte con la stessa facilità. Nessuno sa quanto può durare. Se si è fortunati due mesi. Se si è sfortunati anche un anno, o due.
E fin da quando siamo bambini il Viaggio è uno degli argomenti preferiti di conversazione. Tutti hanno racconti di parenti giunti a destinazione in Italia, Germania, Svezia o Inghilterra. Colonne di tir con uomini cotti dal sole e morti dentro il forno del Sahara. Trafficanti di esseri umani e terribili prigioni libiche. E poi i numeri dei viaggiatori che muoiono nel tratto più difficile, la traversata del Mediterraneo, dalla Libia all'Italia. Chi dice decine di migliaia, chi dice centinaia di migliaia. Fin da quando siamo nati siamo abituati a questi racconti, a questi numeri senza fondamento. Perché chi arriva, quando chiama a casa dice sempre la stessa cosa: non riesco a descrivere cosa è stato il Viaggio. E' stato terribile, questo di certo, ma non so dirlo a parole. Ecco perché è sempre avvolto dal più assoluto mistero. Un mistero per alcuni necessario per arrivare alla salvezza.”
Samia vuole correre per il suo Paese, la Somalia, vuole portare i colori della sua terra alle Olimpiadi di Pechino 2008. Ed infatti ci riuscirà. Perché Samia ha il dono di saper correre velocissima e parteciperà veramente alle Olimpiadi. Eppure tutto continua ad andare di male in peggio in Somalia, tanto da spingere la nostra protagonista ad intraprendere qualcosa che non avrebbe mai voluto, che era lontanissimo dai suoi progetti e dalle sue aspirazioni.
Consiglio questo libro, basato su una storia vera, a tutte le persone che quando ascoltano o leggono notizie di attualità su barconi e clandestini, non si rendono conto che stanno parlando di esseri umani, con una loro storia, famiglia, amici, affetti, sogni da realizzare. Persone, non concetti astratti da colpevolizzare o su cui speculare. Uomini, donne e bambini che sicuramente avrebbero preferito non intraprendere mai questo Viaggio, ma probabilmente vi sono stati costretti malgrado tutto. Un'opera di narrativa che Catozzella ha scritto grazie alla testimonianza della sorella di Samia, Hodan, che ci ha permesso di entrare nella casa, nella vita, nei pensieri e nel cuore di questa piccola guerriera che correva per la libertà.
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Un caro saluto,
Chiara
A presto
Chiara
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