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Un lungo, faticoso, viaggio all'interno del perdon
Francesca D’Aloja, dopo aver scritto Il sogno cattivo, seguito da Anima viva nel 2015, ora pubblica il suo terzo romanzo, Cuore, sopporta. Un testo che conduce all’interno di un’anima ferita, quella di Adele, sulla scia di Ulisse nell’Odissea.
Il libro si apre proprio con un verso tratto dall’Odissea, e che dà anche il titolo al romanzo, in cui si recita che:
“Sopporta, cuore: più atroce pena subisti/il giorno che l’indomabile, pazzo ciclope mangiava/i miei compagni gagliardi, e tu subisti, fin che l’astuzia/ti liberò da quell’antro, che già di morire credevi.”.
In questo caso le “atroci pene” sono quelle subite da Adele, il cui fidanzato/compagno di vita la tradisce con Nina, sua sorella. I due hanno un grave incidente, lei ne uscirà segnata per sempre da una cicatrice che le rovinerà il viso, lui morirà. E Adele subisce l’abbandono, il tradimento, i comportamenti crudeli delle persone amate, la rabbia, la delusione, la sofferenza. In fondo lei è stata anche un po’ ingenua, perché come le disse una volta lo stesso Thomas:
“Mai fidarsi delle apparenze. (…) Ora capiva quanto fosse stata immensa la sua ingenuità e ancor più smisurata l’ipocrisia nella quale aveva galleggiato.”.
Si ritira così nella villa isolata sul mare e si lascia andare. Ogni girono uguale all’altro, a volte in preda al rancore, altre alla rassegnazione più funerea. Ma un giorno le appare un giovane di nome Tobia…. E allora comprende di come sia, ormai, venuta l’ora di perdonare. Forse.
C’è molta sofferenza in questo libro, e tanta crudeltà ed egoismo. Ma al termine, “il cuore sopporta”, anche l’insopportabile, il tradimento più atroce, e il distacco della morte, l’impossibilità di una riconciliazione, e la lunga e tormentata strada del perdono, per tornare a vivere. Nuovamente, con forza e coraggio. Perché in fondo
“tutto, ma proprio tutto, è soltanto una questione di tempo”.
Una lettura bellissima, profonda, intima ed intimistica, coinvolgente e spirituale.