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Una donna, una di noi
Dopo aver scritto Chanel non fa scarpette di cristallo, Buona fortuna e Qualcosa di vero, Barbara Fiorio, pubblica con Feltrinelli, un nuovo romanzo: Vittoria.
Un testo profondo in cui abbondano:
“insicurezze, ferite ataviche, fragilità, dolore, confusione. I grandi alibi per ogni mancanza, ogni indelicatezza, per i piccoli atti di crudeltà, le mortificazioni, i rifiuti, le critiche, le accuse, l’abbandono.”.
Infatti Vittoria, dopo aver messo fine precocemente, ma di comune accordo, ad un matrimonio, va a convivere con Federico. Ma lui improvvisamente dopo tanti anni felici, la abbandona, non si sa neanche perché. Forse per una crisi non meglio precisata di identità. La rimprovera di:
“Dovresti smetterla di usare tutti questi aggettivi, mi ha detto alla fine, gli occhi freddi, la voce seccata. Gli aggettivi sono etichette, e tu li usi troppo, da te mi aspetterei maggiore attenzione per le parole. Ogni volta che usi quelle sbagliate, per me è una delusione.”.
Lui è confuso ed addolorato, con un egocentrismo smisurato, fa soffrire e lo sa. Ma non fa nulla per ovviare alla situazione. Vittoria è in preda ad un dolore allucinante, perde la sua identità e la sua ispirazione, lei fotografa di qualità non riesce neppure ad accostarsi alla macchina fotografica. Ha un po’ di risparmi, ma non per molto. Le rimangono amici veri, fidati, importanti, che cercano di aiutarla in questa fase di elaborazione del lutto. Questa via lungo la guarigione passa anche attraverso una serata in una villa dove una cartomante, un po’ improvvisata, Celeste, legge i tarocchi. Vittoria ne è entusiasta, e al contempo interdetta. Perché i:
“ Tarocchi: chiavi di lettura, simboli, significati, da leggere come una fiaba, seguendo l’ispirazione e ciò che si intuisce di chi si ha davanti. I tarocchi ci parlano, ci raccontano, ci svelano.”
Inizia a studiarli approfonditamente e incomincia a fare consulti in casa, suggerita anche dalle sue amiche. Il passo poi dalla cartomanzia alla fotomanzia sarà immediato. Così uno sguardo a quella pletora di umanità variegata è un ulteriore avanzamento verso la riconquista di sé e della propria autonomia.
In questo testo l’autrice ha superato se stessa. Un romanzo forte, importante, profondo. Si divora. Vittoria è una donna sensibile, a strettissimo contatto con i problemi di oggi: la difficoltà di trovare lavoro, i problemi insiti nei rapporti umani, l’amore e le sue sofferenze. E su tutta la narrazione incombe minacciosa una presenza: Genova, che è:
“Genova è in ginocchio, ha perso le grandi industrie e il mondo imprenditoriale fatica a sopravvivere, a meno che non guardi oltre confine. (…) La Fiera la liquidano, Euroflora la rimandano e stanno mettendo in dubbio anche il Salone nautico. Non c’è visione in questa città. Sta morendo.”.
Un libro che mi ha attratto molto. Il tema della cartomanzia, della lettura e del significato dei tarocchi sono temi discussi ed affrontati con particolare sapienza e pregnanza narrativa. Il costrutto è solido e perfettamente elaborato, per una lettura che conduce il lettore verso mondi lontani, magici ed intriganti.