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Rumori di fondo...
Mah. Boh.
All'inizio ero veramente perplessa...mi chiedevo: possibile che sia davvero tutto qui?
De Silva, solitamente, mi piace molto.
Poi ho capito.
Una sorta di grande calderone pieno di frasi fatte, qualcuna divertente, molte banali (volutamente banali), aforismi 3.0 che ricordano un po' le didascalie dei meme di Facebook, i tweet...
La mia impressione iniziale è stata quella che Einaudi avesse voluto ricalcare il successo di Francesco Piccolo con i suoi trascurabili momenti di felicità/infelicità...ma lì erano raccontate delle "situazioni", Piccolo apriva una finestra sul nostro modo di essere e riusciva, con poche parole, ad "entrare" in momenti di vita vissuta...qui è tutto confuso, troppo slegato, troppo veloce.
Troppo superficiale...come da titolo.
Ed è stato proprio facendo questa considerazione che ho capito...ho compreso quale fosse lo scopo del libro: dimostrarci quello che siamo, quello che siamo diventati (stupidi) in questo mondo che corre via veloce e che ci impone di occuparci di tutto senza mai approfondire niente.
Non c'è tempo di capire ogni cosa, ma guai a non "presenziare" su tutto.
Siamo persone che restano in superficie, che si nascondono dietro luoghi comuni, battute tristemente divertenti, affermazioni perentorie, giudizi facili, conclusioni semplicistiche.
Insomma, siamo diventati dei veri campioni del pressapochismo.
E questo libricino vuole esserne la prova, la testimonianza.
È esattamente il "rumore di fondo" delle nostre giornate.
"Abbiamo cambiato il mondo, ma è venuto peggio"
Ora...il fatto che io abbia compreso il senso di questa macedonia, non significa che mi sia piaciuta.
Preferisco il De Silva dei romanzi.
Ecco, se avesse fatto dire tutte queste frasi all'avvocato Malinconico, spalmandole in una ventina di libri, sarebbe stato molto meglio, per me.
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