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A TU PER TU CON IL LETTORE
Ironico, cinico ed esilarante negli intrighi. Uno spasso di romanzo che si legge con semplicità, ti fa affiorare un sorriso sulle labbra nonostante lo spessore culturale dell’autore è notevole, lo si nota nelle citazioni diffuse nel testo più o meno evidenti ai grandi scrittori della storia. Una scrittura contemporanea e fresca che nasconde appunto una ricerca profonda, il che rende il suo stile vincente; alla fine la vera capacità di uno scrittore o anche intellettuale in genere è quello di rendere fruibile ai più il proprio messaggio senza obbligatoriamente nasconderlo tra artifici ridondanti.
Un romanzo sempre sul filo del malinteso, tra un Roderick originale ed un falso Roderick, entrambi bambini preda degli arrivismi di personaggi di dubbia eticità che tramite la sovrapposizione di uno con l’altro tentano in tutti i modi di raggiungere una cospicua eredità. I due Roderick entrambi soli al mondo ignari delle trame che li circondano e di cui sono vittime inconsapevoli in questo vortice circense hanno però la fortuna di incontrarsi e di essere un po’ meno soli, fratelli non di sangue ma che nei fatti lo diventano.
Uno stile direi unico nel suo genere, non mi è mai capitato di leggere un romanzo simile con un’attenzione verso il lettore smaniosa, di continua sfida, è come se Mari volesse giocare con il lettore bluffando, prendendosi gioco di lui e della sua moralità, come quando presenta il personaggio della Suora malfrodita (traduzione “mariana” di ermafrodita che tante risate mi ha scatenato) e stuzzica il lettore rivolgendosi direttamente a lui chiedendogli di tenere a freno la curiosità, oppure quando conferma di aver ormai rapito il lettore a tutti gli effetti e di averlo fatto proprio per cui potrà fare ciò che vuole di lui. E’ stato davvero divertente alla volte fare alcune considerazioni durante la lettura e dopo poche righe vederle scritte sotto forma di domanda diretta (tu lettore starai sicuramente pensando che..).
Una badessa, una suora ermafrodita, un gestore di bordello, due bimbi orfani di cui uno muto, un Probo assassino nella notte, un pescatore, diverse libere donzelle, assassini vari, arrivisti della prima ora ed una eredità polposa…un mix esplosivo di storie che si intrecciano di cui però il lettore è nei fatti l’unico consapevole, perché Mari al lettore rende tutto chiaro quindi è uno spettatore a cui si regala la prima fila e che si può quindi divertire a seguire gli intrecci ottimamente architettati.
Un romanzo senza morale, non si vuole nei fatti insegnare nulla e trasmettere alcun particolare messaggio, non c’è paura di far vincere un personaggio negativo, anche perché nei fatti, a parte i due Roderick e qualche rarissimo personaggio non ci sono i “buoni” ma è solo una lotta tra cattivi, una guerra di furbizia e sotterfugi conditi alla volte da tanta ignoranza , come nel caso di Jones che è esilarante nelle lettere sgrammaticate piene di pseudo-amore (direi più curiosità sessuale) indirizzate alla malfrodita suor Allison.
Non c’è drammaticità né tensione nervosa mai, ogni azione anche la più violenta (e devo dire che la violenza non manca), è sempre raccontata con sarcasmo ed ironia che accompagnano tutto il romanzo, è tutto funzionale allo stile linguistico e di scrittura che padroneggia e surclassa il contenuto che di per sé rimane secondario.