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GOCCIA DOPO GOCCIA: IL TEMPO, COMPAGNO AMBIGUO
Il Deserto dei Tartari presenta a mio avviso due grandi protagonisti. Il primo è il tenente Drogo, giovane ufficiale che a propria insaputa viene chiamato a svolgere i primi servizi militari, quelli della "vita vera", alla Fortezza Bastiani. Il secondo, più silenzioso e celato ma protagonista di ogni pagina del libro, è il Tempo. Il rapporto tra Giovanni Drogo e il Tempo infatti si sviluppa nel corso dell'intero romanzo.
Inizialmente il Tempo si allea con il tenente, divenendone compagno di viaggio e guida verso quel luogo in cui tutte le aspettative di Giovanni diventeranno finalmente realtà. Il Tempo è risorsa su cui poter fare affidamento di fronte ad una attesa che sembra interminabile. Il Tempo è splendore di impenetrabile vita. E' promessa di gloria che convince Drogo a non abbandonare la Fortezza. Il Tempo è attenuante per le lunghe nottate di ronda e gli inutili rapporti di servizio. Il Tempo è l'alleato per trasformare la Fortezza Bastiani da remota prigione a memorabile avventura.
La Fortezza però nasconde un segreto: la monotonia. Ed è questa monotonia a renderla talmente imperturbabile da risultare impermeabile al Tempo. Quello stesso Tempo ,che aveva accompagnato lo speranzoso Drogo sino alle porte della fortezza, che lo aveva convinto a trattenersi al cospetto del grande deserto settentrionale, all'interno della Fortezza scompare, lasciando Drogo solo con i suoi pensieri e le prime inquietudini. Le abitudini del presidio militare infatti, ripetitive e vuote di significato, offuscano il trascorrere del Tempo, inondando la Fortezza di una sinistra luce di eternità. Ma in realtà neanche le solide mura del forte possono tener fuori il Tempo. Esso c'è, e tacitamente rimane al fianco di Drogo. Giovanni trascorre la prima notte di servizio nella sua piccola cella, situata a fianco di una grossa cisterna d'acqua, che goccia dopo goccia continua inesorabilmente a riempirsi. Drogo non riesce a dormire, avverte il fastidioso rumore dell'incessante gocciolio rimanendo sveglio fino all'alba. Ma giorno dopo giorno le gocce cominciano a diventare più silenziose, fino scomparire dalla mente di Drogo. Così avviene per il Tempo, che nascosto dietro a questo gocciolare incessante scompare, ma non svanisce... Il Tempo si annida dietro i raccont di chi ha speso anni tra le remote mura del forte, parole di rammarico che tentano di mettere in guardia il giovane Drogo, che si dice consapevole, ma ha lo sguardo di chi non lo è.
Durante i congedi dalla Fortezza il Tempo torna a trovare Drogo, e mostra a Giovanni cosa avviene al di là dei bastioni: nuove rughe sul viso materno, nuove vite degli amici di città, e sopratutto nuovi progetti della ragazza al fianco della quale si sognava un futuro. L'incontro con il Generale poi svela a Drogo che in realtà anche la Fortezza non è esente dal trascorrere degli anni. Le richieste di trasferimento inoltrate dai compagni d'arme ne sono la prova. Per loro la fortezza Bastiani è una parentesi di vita, per Giovanni ne diventa la ragione. Ed allora il Tempo si palesa non solo fuori, ma anche dentro alla Fortezza. Ma che ruolo assume a questo punto?L'incessante cadere delle gocce degli anni ha distrutto un futuro fatto di amicizie amori e vita agiata. Ma non è ancora riuscito ad intaccare la speranza del grande avvenimento che avrebbe dovuto giustificare l'esistenza della Fortezza: l'invasione nemica. C'è ancora speranza. Basta farsi trovare pronti, e il Tempo certo sarebbe stato alleato anche nel far progredire la carriera di Drogo, nel donargli un ruolo rilevante al momento giusto. Basta aspettare. Il Tempo non avrebbe tradito le promesse di gioventù.
Così al ritorno di Drogo alla Fortezza, ormai ridotta di organico perché considerata superflua, il Tempo trova finalmente spazio tra i Bastioni. A poco a poco infatti le facce note scompaiono, chi per congedo chi per incarichi più nobili, e ad ogni goccia umana che il grande serbatoio della Fortezza perde, il Tempo risuona ancor più manifesto, ed insinuandosi tra gli spazi lasciati vuoti dai soldati forza le porte del fortino, diventando presenza ingombrante tra le mura. Ma le parole che comincia a sussurrare all'orecchio di Drogo appaiono diverse da quelle avvertite in giovinezza. Non più promesse, ma condanne.
Tra le prime avvisaglie di movimenti nemici a settentrione e la concreta minaccia di una guerra infatti si verifica una attesa interminabile e crudele, e nel frattempo le inarrestabili gocce di Tempo che fino ad allora si erano accanite sui sogni di Giovanni cominciano a corroderne anche il corpo. Divenuto sadico aguzzino di Drogo, il Tempo infierisce in tutta la sua potenza con quell' epocale avvenimento che in tanti avevano atteso, ma che Giovanni non potrà fronteggiare. La vendetta del Tempo si compie. Drogo, che con la sue impeccabile diligenza aveva ben resistito alle inesorabili lente corrosioni, nulla può contro questa tremenda deflagrazione finale.
Ma anche a questo punto, quando sembra che nella sanguinosa lotta tra Drogo e il Tempo l'ufficiale debba prepararsi alla rovina, la reazione è esemplare.
Nonostante paia che sia stato il Tempo a tradire Drogo, Giovanni realizza che in realtà si tratta del contrario. Che errore non aver dato la giusta importanza al suo vecchio alleato! Che errore aver trascorso la vita in solitudine crogiolandosi nell'attesa! Che errore aver sottovalutato il Tempo!
Fortunatamente però Giovanni trova la forza di pensare che non tutto è perduto. E quando il Tempo bussa per l'ultima volta alla sua porta, il Capitano Drogo si fa finalmente trovare pronto, e con tutto quel coraggio che non era mai riuscito a mostrare in vita offre al vecchio compagno e nemico il più bel gesto di pace: il suo sorriso.