Dettagli Recensione
lavoro introspettivo
Prosa intensa, melodiosa (“partiva quando il giorno era ancora incastrato nel buio”); Andrea (voce narrante), ricoverato in ospedale per un ictus, nasconde ai medici il suo reale stato di salute (si è ripreso, ma non lo dà a vedere) e finge di non avere ancora il contatto con la realtà; sfrutta così il tempo del ricovero per ripensare alla propria storia, ricordando gli avvenimenti del passato ed in particolare cercando di trovare dei motivi per spiegare la fine del matrimonio con l’amata Ernestina, da cui ha avuto una figlia, Preziosa. La sofferenza più grande è riconducibile all’interruzione del rapporto con la figlia.
Andrea oscilla fra il desiderio di uscire allo scoperto per riprendere i contatti con i familiari (la figlia, i genitori e la nonna) e il desiderio di starsene invece lontano da tutti, al riparo dalla realtà esterna, tormentato/angosciato per il fatto che nessuno lo cerca, tanto che dopo mesi di ricovero nessuno sa chi sia questo uomo. Andrea sceglierà quindi l’autoisolamento e la chiusura in sé, che gli permetteranno - alla fine di un importante e a tratti doloroso percorso introspettivo - di accettare gli avvenimenti del suo passato e di motivare la separazione con la fine dell’amore (“la colpa era dell’amore. Finito. E dirlo non è facile. Allora ci si appiglia a qualsiasi motivo per affogare il vero”).