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Il Vangelo secondo Maria
Lei è Maria, “Sede della Sapienza, Causa della nostra letizia, Tempio dello Spirito Sabto, Tabernacolo dell’eterna gloria, Rosa mistica, Regina dei martiri…”, affrescata da Mariapia Veladiano nella sua essenza di donna, che vede il Figlio non come divinità, ma come essere umano – un neonato, un bambino, poi un giovane originale e particolare - nel ruolo di madre.
Eventi evangelici come la strage degli innocenti, la fuga in Egitto (“Sono stata straniera in Egitto. Clandestina, ricercata dalle guardie di erode, ogni ombra era una minaccia. La notte tenevo il Bambino attaccato al seno perché nemmeno un gemito turbasse il silenzio… I predoni… hanno alzato il pugnale ma poi i loro occhi si sono posati sul Bambino e allora hanno lasciato cadere il pugnale ai suoi piedi e sono scappati lontano”), la disputa con i dotti del tempio di Gerusalemme, l’eremo nel deserto… sono narrati da questa particolare angolatura, umana e mistica al tempo stesso, che – pur cogliendo la straordinarietà del Bambino – anela a una dimensione di normalità (“Chiedo una vita normale, per te una vita normale”) che tuttavia confligge con il destino assegnato dal mistero religioso e con la storia.
La forma mista dell’esposizione, sempre oscillante tra prosa e poesia, soffonde la narrazione di atmosfera sacrale.
Giudizio finale: materno, sofferente, evangelico.
Bruno Elpis
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