Dettagli Recensione
Lealtà come base della vita
«Di sé, più che degli altri, non ci si libera mai» p. 67
Giulia ha 32 anni, vive tra Londra e Milano, è laureata in economia ed è uno dei pilastri della Canary Wharf, il distretto finanziario di prima linea della city. Ne ha soltanto 22 quando conosce Michele, un uomo di ben 19 anni più grande con moglie e figlia al seguito. Da lì ha inizio un amore assoluto, totale, ossessionante. In questo clima ha avvio una ricerca tra presente e passato, una ricerca che si dipana tra un oggi dettato dalla capitale anglosassone, il lavoro e un viaggio a Milano e uno ieri costituito dall’amante, la ricerca del padre e il sesso.
Il titolo trae origine e ispirazione da Seamus Heaney che nell’opera de qua riveste i panni di una pietra miliare del mondo degli affari. Egli è il capo di Giulia, è apparentemente un soggetto da ammirare e stimare ma è anche un uomo con tanti segreti.
E Letizia, attraverso la voce della protagonista, ci narra di quanto questo celare possa finire con il minare l’animo e le convinzioni del prossimo, ma ci narra anche e soprattutto dei sentimenti. Quella che ci troviamo di fronte è una vera e propria vivisezione di quel che la parola amare significa. L’eroina, scruta, analizza come se fosse innanzi ad un grafico economico con domanda e offerta le conseguenze dell’emozione. Un’emozione vissuta per messaggi, per paranoie, per insicurezze. Il risultato è quello di un personaggio sicuro e insicuro al contempo, una figura che ha bisogno di questo dialogo interiore perché per poter arrivare all’altro bisogna prima aver chiaro chi siamo. Perché per amare l’altro serve lealtà, onestà, sincerità e conoscenza di sé. Sarà ricomponendo questo puzzle che ogni tassello andrà al suo posto facendo emergere questa grande ed interminabile voglia di amare. A prescindere da tutto. Difficoltà e non.
Un romanzo fortemente introspettivo con una prosa ricca ma estremamente distaccata. È come se tra chi legge e chi scrive ci fosse un vetro, un po’ come trovarsi innanzi ad uno psicologo che scandaglia e delinea l’animo umano. Questo può far perdere di piacevolezza allo scritto, appiattirlo. O al contrario, può farlo apprezzare senza freni.
«”Se parlerai di noi, fallo con lealtà.” Penso alla lealtà. Esiste una parola più nobile, per definire un rapporto fra due persone? La parola amicizia oggi ha perso molto del suo significato, diventando un sinonimo di contatto, di rete, di connessione. La parola amore si porta dietro tutto il peso della storia: la storia del cuore, fatta di emozioni impraticabili, di sentieri a strapiombo, di aperture inattese e di improvvise segregazioni. Di sangue. La parola lealtà invece mantiene una schiettezza, mostra tutti i suoi legami con la sincerità, la giustizia, l’apertura. È troppo astratta? È troppo difficile? Porta con sé dei rischi? La lealtà talvolta mostra le venature dell’attaccamento e dell’eccessiva devozione» p. 193