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Il dolore la sofferenza la rinascita
Silvia Truzzi, firma qui il suo primo romanzo: Fai piano quando torni, un romanzo in cui:
“Nei libri continuo aa cercare un sollievo, una luce nel buio. Margherita e la sua amica improbabile mi hanno ricordato come le ferite del cuore vadano affrontate e curate con coraggio, ma senza vergognarsi delle ferite che lasciano. Perché le cicatrici sono la cerniera di tenerezza che ci impedisce di sprofondare nel cinismo” (Massimo Gramellini).
Inoltre:
“La prosa di Silvia Truzzi è ipnotica. Ogni suo periodare – nei dialoghi e nelle scene- è un mantra cui chi legge porta se stesso. Ed è come quando si narra di una favola che impegna anni e anni per sbocciare tra i giorni grigi.” (Pietrangelo Buttafuoco).
Margherita è un avvocato di trentaquattro anni, è giovane e ricca, ma è disperata. Incapace sia di elaborare il lutto improvviso, conseguente alla scomparsa del padre otto anni prima, sia di accettare e di rassegnarsi all’abbandono del’ex fidanzato Francesco, che oltre a frequentare un’altra persona, l’ha lasciata senza troppe spiegazioni né motivazioni. Ha un grave incidente d’auto, e si risveglia, un po’ malconcia, in ospedale. Oltre alle ferite del corpo, ci sono quelle dell’anima che lei non si cura affatto di porvi rimedio. Si rende antipatica ed insofferente a tutto e a tutti. Ma accanto al suo letto c’è una simpatica signora settantenne che si è rotta un femore. Anna comprende subito lo stato depressivo della ragazza, ed è ben decisa a portarla in salvo. Lei, con le sue camicie da notte rosa con il pizzo e le vestaglie rosa, è:
“una di quelle persone indistruttibili. (…) Perché è, naturalmente, viva. Dice sì, mai no. (…) Le piace vivere. Mangia, fuma, ama.”
I mondi di loro due sono agli antipodi, ma ben presto il loro rapporto si tramuta in un dare ed avere che non può che portare benessere alle due donne. E poi Anna ha un segreto, che dura da più di cinquant’anni! E Margherita non resiste. Deve sapere, ma ….. Anna è astuta e assai assai divertente!
Un libro bello, in cui la sofferenza diventa maestra di vita. Il dolore esiste, ci accompagna, davanti a lui non possiamo che chinare la testa; ma esiste la rinascita e la maturazione. Gli uomini, almeno in una certa parte, non ne escono ben raffigurati:
“Agata dice che i maschi sono antropologicamente stronzi, incapaci di fare delle scelte, di dare un taglio alle cose anche in situazioni estreme. E’ la strategia della porta sempre aperta.”
Poi nella narrazione si riprendono, non temano.
Ricco di letteratura, di amore e conoscenza per i libri, di citazioni importanti come quella di Euripide, per cui non si deve:
“Non sprecare lacrime nuove per vecchi dolori”,
il testo è un’ottima lettura. Una storia di amicizia, di speranza e di rinascita. Ben scritto, con una grazia speciale, a tratti ironico e divertente, merita una buona dissertazione critica.