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Gli autunnali
 
Gli autunnali 2018-03-24 22:57:44 annamariabalzano43
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annamariabalzano43 Opinione inserita da annamariabalzano43    25 Marzo, 2018
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L’illusion du vrai

“Gli autunnali” di Luca Ricci non è solo un romanzo sull’amore e sull’innamoramento. È molto di più . Come spiega lo stesso autore in una nota aggiunta alla fine dell’opera, la storia deve molto all’arte di Guy de Maupassant. Ogni capitolo, infatti, è preceduto da una citazione tratta dal racconto “La chioma” del novellista francese. Ciò tuttavia non significa che manchi di originalità. Tutt’altro. Elemento fondamentale è il rapporto del personaggio col tempo. Il tempo ne condiziona la vita, le scelte, il lavoro, il tempo che con il suo scorrere inesorabile conduce fin troppo rapidamente a quell’età di mezzo che introduce alla parabola discendente della vita. E non a caso ritorna più di una volta l’immagine della foglia d’acero che con i suoi colori autunnali meglio di altre rappresenta l’approssimarsi della fine di un ciclo di vita. “La foglia d’acero si mosse – e credetti sinceramente che fosse la fine, che il picciolo avrebbe ceduto - , ma poi si mise a dondolare su se stessa. [……………] La foglia, dopo qualche altro tentennamento, si staccò e cominciò a girare. Turbinò nell’aria come una giostra, poi toccò terra e si sbriciolò troppo in fretta.”
Affascinato dalla bellezza del passato, deluso dalla banalità del presente e spaventato dal nulla che lo attende nel futuro, il protagonista de “Gli autunnali” rimane affascinato dalla fotografia di Jeanne Hébuterne, compagna di Amedeo Modigliani, che trova in un libro acquistato in un mercatino. L’amore per il passato si trasforma in una passione, un’ossessione che l’uomo materializza al punto da trasformarla in una realtà di cui diviene prigioniero. Da quel momento infatti egli è prigioniero di se stesso e dei luoghi in cui vive, del condominio in cui abita, del labirinto in cui si muove la sua mente. Nello stesso tempo la crisi esistenziale in cui si dibatte è la crisi artistica dello scrittore che rimane inerte di fronte alla pagina bianca.
La decadenza fisica si accompagna dunque a una decadenza artistica: tutto ciò nella città simbolo di splendore e declino a un tempo, in quella stessa Roma che non può non far pensare ad alcuni versi de Les antiquités de Rome di Du Bellay :“[…]Ne sentez vous augmenter votre peine/ quand quelquefois de ces costaux Romains/ vous contemplez l’ouvrage de vos mains/ n’etre plus rien qu’une poudreuse plaine?”
Siamo infine di fronte al grande enigma del rapporto verità- finzione, laddove la finzione assurge a metodo di indagine e conoscenza della verità. Bello e stimolante.

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Commenti

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Complimenti, una recensione molto bella! E molto interessante il riferimento a Maupassant!
Grazie Laura!
La tua recensione, Anna Maria, è molto bella. Non sono sicuro però che questo libro faccia per me e non conosco assolutamente l'autore.
Grazie Emilio.
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