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Siamo tutti in viaggio
La vita è un insieme di strade che possono intrecciarsi o meno, un potpourri di percorsi razionali, voluti, decisi a tavolino o anche incongrui e vagamente contradditori, proprio come in questo libro.
L'India è una terra che ispira possibilità altrove additate come pazzie, come scelte inopportune, per antonomasia è la terra dove noi occidentali potremmo trovare, tastare con mano la via alternativa e fuori da ogni schema, regola e/o controllo, è un luogo il cui particolare e corposo fascino attira individui 'in cerca di qualcosa' per periodi brevi o per sempre.
In India si sono perse le tracce di molte persone che hanno deciso un bel giorno di fuggire dalla costrizione di una società soffocante e onnipresente; qua tutto è possibile, anche il postino americano che da Filadelfia, dove per anni consegnava posta ai signorotti fugge o meglio si lascia catturare dalla nuova vita senza obblighi, vagabonda ma finalmente serena e appagata, che dal suo pittoresco luogo di surrealtà scenderà di tanto in tanto coi piedi per terra solo per spedire cartoline con i propri saluti ai destinatari cui una volta consegnava lettere e plichi sognando ad occhi aperti la libertà.
E infatti il filo conduttore di quest'opera è la ricerca di un amico del protagonista, un certo Xavier di cui si son perse le tracce da oltre un anno, o forse è possibile sia solo una scusa per intraprendere un viaggio alla ricerca di se stesso, un momento in cui il protagonista (che potrebbe essere lo stesso Tabucchi) decide di aprire una parentesi e di lasciarsi ispirare da quei luoghi di consistenza e seduzione.
La cosa che ho adorato maggiormente nel breve romanzo è che l'autore riesce in modo egregio ad illuminare chi legge sulle possibilità, le vie di fuga, le opzioni ultime ma non per questo fallimentari, relative all'esistenza di ciascuno di noi, semplicemente raccontando le vite di individui incontrati durante il suo tragitto in bus, tra camere d'albergo, ospedali e varie città attraversate.
E' tutto semplice, tutto fattibile, basta saper cogliere, saper assaporare ciò che non si conosce senza timore, la diversità è un'utopia, siamo tutti normali ciascuno nella propria originalità.
Ne è prova anche l'episodio del 'mostro', quel simil-scimmia in perenne spostamento verso i templi frequentati da pellegrini, appollaiato sulle spalle del fratello più piccolo che lo porta in giro a leggere il karma degli occidentali a pagamento: uno scherzo della natura che non si ferma nella propria casa o in istituto ma erra in un continuo vagabondaggio d'amore scegliendo ogni giorno la libertà.
Libro di facile scorrimento, breve, corposo, sapiente, assolutamente dozzinale, coinvolge e ispira profonde riflessioni sull'essenziale.
In fondo la vita di ciascuno di noi è un grandissimo viaggio anche se c'è chi lo da per scontato rimanendo eternamente all'oscuro della implicita magnanimità della cosa.
Da leggere sicuramente!