Dettagli Recensione
Una donna "ritornata"
Una storia dirompente ed ammaliatrice con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto: casa, amiche, affetto incondizionato dei genitori. Comincia per lei, l’Arminuta (la ritornata) una nuova e diversissima vita. Un’autrice che possiede le parole per dire l’abbandono, affrontare il tema della maternità, della responsabilità, della cura con rara intensità espressiva. Una storia senza tempo in un mondo dal sapore antico dove si mescolano brutalità ed arretratezza. La ragazza ritorna ai genitori naturali dopo essere stata allevata per anni da quelli che riteneva i suoi genitori. Trova fratelli ovunque, poco cibo, biancheria sporca. Comincia una silenziosa ricerca della verità. Le madri risultano essere fragili, ambivalenti, imperfette, pur se perdonabili. Solo la complicità con la sorella Adriana rinfranca la protagonista che racconta la delusione, il rancore, la paura, l’incapacità di adattamento ad un ambiente estraneo. Una scrittura sintetica intrappola emozioni, sogni infranti, lacerazioni, una vertigine emotiva inserita in un contesto rurale e genuino, l’Abruzzo, terra ruvida e aspra, dove si congiungono lacrime e dignità. Costruito sul dolore della perdita e il desiderio di inclusione, il romanzo è bello, amaro, e struggente. Particolarmente intenso, senza sbavature, sa intrappolare emozioni forti, raccontare le storie dei “vinti” e la solidarietà tra donne, acido ma accogliente, sa toccare corde profonde con rara elasticità dialettica. Ricco di incursioni dialettali e geografiche, affianca alla dolcezza del mare, l’asprezza dell’entroterra montuoso. Coniuga memoria ed oblio con parole scabre e schiette,
“una grana spigolosa piena di luce.”
Un libro di rara intensità e fascino.
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Commenti
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Bella recensione :)
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