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Scacco morto
Lo "scapigliato" Arrigo Boito scriveva nel 1867 il racconto “L'alfier nero”: una partita a scacchi, il nero e il bianco della scacchiera, il nero e il bianco della pelle dei due avversari, due mondi che si scontrano, la notte e il giorno, la luce e il buio, sfondo di una partita, di un duello, quello tra la vita e la morte.
A distanza di più di un secolo Paolo Maurensig, dimostrando una conoscenza del gioco degli scacchi da teorico, cattura l'attenzione del lettore attraverso le pagine de "La Variante di Luneburg".
Uno scritto dal ritmo incalzante, dal taglio meravigliosamente descrittivo, dall’intreccio dal sapore cinematografico.
La metafora rassomiglia a quella dell'ottocentesco Boito, ma risulta assai arricchita dalla storia del Novecento, dal peso sulla coscienza degli uomini del mattatoio nazista.
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