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Un lenone non spregevole
Il termine procuratore potrebbe far intendere che si tratta del magistrato inquirente che perseguita i criminali o al massimo che è riferito alla figura di una persona che agisce in nome e per conto di un’altra sulla base di un preciso mandato scritto; non è così, perché Marco Perini, il personaggio principale di questo romanzo, procura ragazze giovani e molto disponibili sia per le case chiuse che per l’esercizio del meretricio in proprio. Un tipo così potrebbe essere definito giuridicamente come un protettore, un lenone, un magnaccia; la differenza è che lui non rischia di essere incriminato, perché siamo nel ventennio virile del fascismo in cui il perfetto italiano doveva essere considerato come un toro da monta e quindi qualsiasi attività volta al raggiungimento dello scopo non poteva essere considerata illecita. Il romanzo, il primo dell’autore comasco, trae origine, come specificato dallo stesso nella prefazione, da un episodio raccontatogli dal padre e da lui, grazie alla innata creatività, ampliato con soluzioni, situazioni ed eventi volti a descrivere un certo mondo in una ben precisa epoca. In effetti, di tutte le opere di Vitali che ho fino a ora letto, questa, pur con certe carenze rivenienti da una naturale inesperienza, mi sembra forse la migliore, perché ha il pregio di soffermarsi sulle caratteristiche dei protagonisti, descrivendoli in modo chiaro con semplici e concise parole, tutti attori ben inseriti in una vicenda tutto sommato non trascendentale, ma che è proprio nella riproduzione dell’ambiente e dell’atmosfera che trae il maggior pregio. Intendiamoci, se è vero che si sorride, anche perché la satira politica non è nelle corde dell’autore, non è che a lettura ultimata ci si lasci trascinare dall’entusiasmo per i particolari contenuti, o per il messaggio portato, no, sarebbe pretendere troppo, mentre invece la valenza va cercata nella capacità di far trascorrere piacevolmente alcune ore, che è poi la caratteristica dei lavori di questo autore, un buon artigiano della penna, ma non di certo un artista di particolare spessore. Del resto, costretto in casa da una fastidiosa bronchite, ho trovato una via di fuga al tedio giornaliero proprio in questo romanzo, ripromettendomi di leggerne altri dello stesso autore quando avrò la necessità di staccare, quando riterrò opportuno non impegnarmi in letture difficili, bensì di abbandonarmi al puro e semplice piacere di un teatrino frivolo e rasserenante.