Dettagli Recensione
I libri e la loro infinita potenza
Cristina Caboni, dopo aver scritto Il sentiero dei profumi e La custode del miele e delle api, torna in libreria con La rilegatrice di storie perdute. Un libro sui libri, sulla magia che comunicano e sull’amore per essi, poiché:
“i libri erano possibilità, nuove occasioni. Erano risposte. Custodirli, offrirli a chi li cercava era molto più che un mestiere. La sua era una vocazione.”
E ancora:
“Un libro sogna. Il libro è l’unico oggetto inanimato che possa avere sogni. Lo diceva Ennio Flaiano.”.
Sofia è una giovane donna, sposata con il marito Alberto. Per lui ha perso la propria identità, si è dedicata per tanti anni alla sua cura e alla sua persona, dimenticandosi di sé stessa, dei suoi sogni, dei suoi desideri. Si è completamente auto annullata in lui, e ora si rende conto di aver sbagliato, che intorno a lei c’è solo il vuoto. Cerca di riprendere in mano la propria vita, e un giorno si reca da un libraio, nel quartiere romano di Coppedè, dove risiedono i suoi nonni. Lì rimane affascinata da un vecchio libro, maltenuto, con la copertina rossa lavorata, le pagine ingiallite. Si offre di rilegarlo e il libraio, colpito da tanta determinazione, glielo regala. Quando si accinge a rimetterlo a posto, nel dorso scopre una lunga lettera, in cui una nobildonna del 1800 racconta la propria storia. Si chiama Clarice, è appassionata di storia e di libri, è la prima donna rilegatrice, vissuta ai primi dell’Ottocento, quando alle donne era proibito esercitare quella professione. Il libro, inoltre, è di Christian Philipp Fohr, un autore romantico di discreto successo, e riporta ai margini due tipi diversi di corsivo. Per Sofia è come trovare un tesoro. Si appassiona alla vicenda e incomincia la ricerca per trovare gli altri due volumi mancanti, che lei percepisce come determinanti per la ricostruzione della storia. In questo lavoro incontra un uomo, tanto affascinante quanto enigmatico: Tommaso Leoni, esperto grafologo e cacciatore di libri antichi. I due insieme ricompongono il puzzle intero, iniziando anche una loro personale storia d’amore.
Molto interessante è l’idea di far precedere ogni capitolo da una citazione: Goethe, Dickens, Hemingway, Shelley, Austen. E’ un aspetto ulteriore per esternare l’amore per la lettura,e la volontà di chi scrive per gli appassionati, per chi considera il libro un fine e non un mezzo.
Uno stile di scrittura scorrevole, veloce, articolato, e musicale, mai pesante e ripetitivo. La narrazione è in terza persona, ma la caratteristica personale del libro è la doppia linea temporale sulla quale viaggia il romanzo: da una parte la vicenda di Clarice, ambientata nell’800, in giro per l’Europa: da Vienna a Roma a Londra; dall’altra quella di Sofia ai nostri tempi. Il doppio filone narrativo è rispecchiato negli animi delle due protagoniste. Tutte e due, con coraggio, trovano la salvezza nell’amore per i libri, nell’arte della rilegatura e tutte e due devono affrontare dolore e sofferenza per riuscire a modellare se stesse e trovare una propria indipendenza e sicurezza nel mondo. Due donne che si compenetrano vicendevolmente, per una storia unica bellissima ed intrigante. Su tutto spiccano i libri, e il rapporto con essi, poiché:
“loro ti scelgono”.
I libri sono messaggeri, sono protettori, sono scudi contro il dolore, e armi potenti con cui combattere,
“possiedono qualcosa di speciale. Per loro stessa natura contengono potenzialmente risposte a ogni sorta di domanda. (…) I libri spariscono e riappaiono di continuo. E’ come se vivessero di vita propria.”.