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Storia della mia ansia
 
Storia della mia ansia 2018-03-06 12:29:47 Belmi
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Belmi Opinione inserita da Belmi    06 Marzo, 2018
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Sulla mia pelle

“Nessuno è più di buon umore di un ansioso, di un depresso o di uno scrittore, quando gli succede qualcosa di grosso”.

Lea ha quarantanove anni, è un’affermata scrittrice e attrice di teatro; la sua vita va avanti anche se non è felice. Un passato con una madre “molto particolare” e un presente non semplice non la rendono serena.

La vita è imprevedibile e quello che pensi sempre che possa succedere agli altri, invece, un giorno bussa alla tua porta. Nessuno è mai pronto e difficilmente lo può essere una donna ansiosa con un marito che la reputa la sua disgrazia.

“Il buono di una malattia è che capisci cosa viene prima. Lo senti senza più incertezza, ed esci dalla ruota del criceto”.

Daria Bignardi racconta in prima persona la svolta della vita di Lea, quando tutte le sue priorità sono rimesse in gioco e la protagonista dovrà finalmente affrontare se stessa. Nuovi incontri, riflessioni, poche risposte e molte domande e soprattutto un’ansia costante.
L’autrice racconta le varie fasi della malattia e noi li viviamo “sulla pelle” di Lea.

Il viaggio non sarà semplice e difficilmente il lettore non si sentirà coinvolto, spesso anche domandandosi se le scelte della protagonista siano o no condivisibili. Ma proprio il fatto di porsi queste domande, la fa diventare più umana e vicina a noi, così tanto da voler spesso allungare una mano per poterla sorreggere nei momenti più bui.

“Non ci sono differenze tra sani e malati, tranne una: i malati hanno più voglia di vivere”.

“Storia della mia ansia” è un libro molto interessante, che consiglio sicuramente alle persone che stanno vivendo una fase particolare della propria vita, ma non solo; l’autrice manda più di un messaggio e anche se non lo fa con uno stile eccelso, i destinatari più ricettivi non mancheranno di coglierlo.

Lo consiglio e lo reputo più adatto a un pubblico femminile, vi lascio con quest’ultima frase:

“Non si prendono decisioni in tempo di guerra”.

Buona lettura!!

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