Dettagli Recensione

 
La tristezza ha il sonno leggero
 
La tristezza ha il sonno leggero 2018-03-06 11:23:59 Lyda
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
Lyda Opinione inserita da Lyda    06 Marzo, 2018
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La chimera della crescita interiore.

La famiglia allargata, alzi la mano chi non ne conosce una!
Qualche decennio fa non esisteva o almeno era una rarità, vista come marchio di indelebile vergogna tatuato in fronte; nella società di oggi invece è assai comune e - importante - non viene più etichettata o additata come peste bubbonica, salvo rari casi di bigottismo acuto.
L'autore analizza uno a uno i componenti di una famiglia di questo tipo, quindi figli di primo e secondo letto, fratellastri, patrigni e matrigne, riuscendo ad entrare nella sfera emotiva e nell’immensità del non-detto relativo in particolare a certe figure ritenute talvolta scomode nel complicato intreccio; le dinamiche “invisibili” o gelosie e morbosità che si trascinano spesso per anni e anni, silenziosamente, senza che nessuna 'pedina' del 'gioco' osi portarle a galla in rispetto e per volontà del comune quieto vivere.
Fintanto che non accade l'episodio scatenante.
Nella vita vera così come in questo bel libro.
Erri, il protagonista, in quest'opera si muove tramite frequenti flash di vita passata e turbolenta (dal punto di vista emotivo) finché gli arriva ai giorni nostri un altro grande problema, una corposa crisi matrimoniale a quarant’anni suonati che lo costringe a mettere finalmente sotto esame l’intera esistenza, rivedendo rapporti familiari, prendendo coraggio e tentando di affrontare la vita senza più rimandare.
La crescita interiore, chimera per molti.
E l'insicuro Erri svolta a quarant'anni o almeno ci prova.
Concludo (scherzosamente, visto che non sono psicoterapeuta!) consigliando a certi eterni bambinoni/e il piacevole romanzo – di facile lettura – che potrebbe pure quindi rivelarsi uno dei lieti (o anche no, magari solo pruriginosi) mezzi per arrivare all'affronto dei propri temuti demoni interiori, chissà!

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