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L'amica geniale
 
L'amica geniale 2018-03-03 19:24:23 Virè
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
Virè Opinione inserita da Virè    03 Marzo, 2018
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Un'amicizia troppo sbilanciata

Incuriosita già da tempo da questo libro, che ha scalato le classifiche e ancora ne fa parte, dopo anni dalla sua uscita, avevo iniziato la lettura più di un anno fa,interrompendola  all'incirca a metà, senza più avere la voglia di continuarla; ora, al secondo tentativo, sono riuscita a leggerlo tutto di un fiato ed anche a capire cosa mi aveva allontanato la prima volta.

L'amica geniale è il primo volume di una tetralogia che ripercorre la storia di un' amicizia tra due donne, dalla scuola fino all'età matura. Siamo nella Napoli degli anni 50, in un rione popolare, dove, a fare da cornice al rapporto tra le due protagoniste, troviamo tanti personaggi alle prese con le proprie vicende personali e professionali. Si vede che la scrittrice conosce bene la città, così come le dinamiche di alcuni quartieri, che narra senza nascondere, anzi esplicitando per bocca della protagonista, il suo sguardo critico. Ne sono un esempio le figure di padre padrone dei capofamiglia e dei fratelli maggiori, la necessità di giovani ed adulti di affidarsi ad un  linguaggio colorito e sboccato per esprimersi, in particolare in determinate situazioni, o ancora il rispondere, come fosse un dovere, ad offese e torti ricevuti in prima persona o da un membro della famiglia, ricorrendo spesso anche alla violenza. Il vivere, che a volte diventa sopravvivere, secondo meccanismi ben precisi e consolidati. Verso le ultime pagine del libro esce allo scoperto chiaramente la voglia della protagonista di emergere, di scappare, l'esigenza di uscire da quel mondo che non le appartiene più, in cui non riesce più a riconoscersi e a vivere, lei, che ha avuto la fortuna di riuscire a studiare e di vedere realtà diverse, attraverso i libri e non solo.

Il linguaggio della Ferrante mi piace molto; il modo di presentare personaggi e situazioni, ponderando bene le parole, dando un tocco assolutamente personale senza cadere mai nel prolisso e senza mai annoiare, rende la lettura piacevole e scorrevole, sebbene a tratti un po' lenta.

Si scoprono a poco a poco tratti della città, visti con gli occhi di chi, bambina e poi adolescente, esce per le prime volte dai limiti del quartiere degradato in cui è nato e scopre mondi nuovi, completamente diversi, stili di vita di cui ignorava l'esistenza, luoghi e paesaggi del tutto inaspettati.

Quello che all'inizio mi ha disorientato, ma che poi nel corso della lettura è venuto pian piano meno, è il presentare nei primi capitoli situazioni e personaggi, mischiandone le disposizioni temporali e spaziali. Nelle prime pagine,infatti,si passa continuamente da un episodio ben preciso, alla narrazione di abitudini consolidate, da avvenimenti riferiti ad un'età, ad altri successivi o precedenti; diventa difficile quindi inquadrare il racconto fino al momento in cui viene ripresa una linea temporale precisa e consequenziale.

Arriviamo ora a ciò che non mi è piaciuto per niente, portandomi ad interrompere la lettura una prima volta e risultando insopportabilmente stucchevole anche ora che l'ho portata a termine. Si tratta proprio dell'elemento portante, l'amicizia tra le due ragazzine. La voce narrante è di una delle due, Elena, che ormai anziana ripercorre le tappe del legame con l'amica di sempre. Nel racconto però non troviamo l'affiatamento, l'affetto, la complicità che dovrebbero avere due amiche per la pelle, soprattutto nel periodo dell'infanzia e dell'adolescenza; anzi sono questi elementi che restano quasi del tutto nascosti, emergendo solo nell'ultima parte della narrazione e rimanendo comunque marginali.

Quello che invece guida tutto, ogni scelta pensiero ed azione della protagonista è l'ammirazione incondizionata,se non addirittura l'amore,  per l'amica, sentimenti che fanno a gara con uno spirito competitivo che diventa desiderio di rivalsa. Anche in questo caso, non parliamo di sentimenti salutari che possono caratterizzare il rapporto tra due persone di qualunque età, non parliamo si sentimenti che ti spronano e ti portano a crescere e migliorarti. La protagonista sembra vivere solo ed esclusivamente all'ombra dell'amica, non c'è scelta, opportunità, episodio della sua vita che venga valutato per quello che è e che rimanga circoscritto alla sua persona;no, tutto viene giudicato solo in relazione all'amica, per far vedere all'amica, per fare come l'amica, per far sapere all'amica, etc. Ci ritroviamo perciò di fronte ad una personalità quasi inesistente, che si sente sempre sopraffatta, non solo nel periodo dell'adolescenza, come avviene a tutti, da un senso di inadeguatezza, di inferiorità, di invidia, a volte del tutto fuori luogo. Non è mai concentrata su ciò che capita a lei, ma solo su ciò che capita all'amica, che è sempre più importante, più avvincente, più significativo. Ed anche quando la vita dell'amica sembra aver preso una strada bel delineata e definitiva, mentre la sua è in pieno cambiamento, anche quando sta vivendo esperienze del tutto nuove, non c'è mai un vero entusiasmo, ma solo e soltanto l'idea che l'amica abbia di più, o che sia necessario fare determinate scelte per vivere le stesse esperienze, nello stesso istante, senza però evitare di sottolineare che in ogni caso non sarebbero mai come quelle dell'altra. Insomma è un costante voler vivere nei panni di un'altra persona, senza mai far emergere il proprio carattere, le proprie esigenze o le proprie caratteristiche, senza mai effettuare delle scelte consapevolmente e con sicurezza e determinazione. Per quanto alcuni di questi sentimenti e di queste situazioni siano tipiche del periodo dell'adolescenza, le troviamo qui enfatizzate oltremodo, vissute con un senso di assolutezza che personalmente mi ha stufato presto, fino a risultarmi insopportabile.

In definitiva cederò per curiosità, ma non solo, alla lettura dei volumi successivi della saga, ma non posso fare a meno di sperare, dubitandone, di poter assistere ad un riscatto, anche minimo della protagonista.

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