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La scomparsa di Majorana
 
La scomparsa di Majorana 2018-02-19 16:57:53 lapis
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lapis Opinione inserita da lapis    19 Febbraio, 2018
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Fuga dalla vita. Fuga della vita.

A Roma, sul tram che porta verso via Panisperna c’è un uomo taciturno, dai capelli neri e scarruffati e la fronte accigliata. Si fruga nelle tasche, trova una matita, e comincia a scarabocchiare formule complicate su un pacchetto di sigarette. Arrivato all’Istituto di Fisica, Ettore Majorana spiega la sua nuova idea ma, appena i colleghi cominciano a entusiasmarsi e lo esortano a pubblicare, lui si schernisce, minimizza, e, fumata l’ultima sigaretta, getta il pacchetto. In quel cestino finisce la teoria del nucleo fatto di protoni e neutroni, teorizzata molti anni prima di Heisenberg.

In questo testo, Leonardo Sciascia ricostruisce mirabilmente la figura di quello che lo stesso Enrico Fermi definì un genio, del calibro di Newton o Galileo, e ci conduce attraverso l’oscuro mistero della sua improvvisa scomparsa avvenuta nel marzo 1938. Dati, lettere, atti burocratici si compongono per dare vita a un’ipotesi, quella sul suo destino, tanto drammatica quanto affascinante. Un’ipotesi che si riempie di riflessioni ed emozioni che vanno oltre il documentario e rendono questo piccolo scritto un vero e proprio capolavoro letterario.

Come in altri romanzi di Sciascia, c’è una soluzione banale e tranquillizzante a questo mistero: il suicidio, la follia. Per chi vuole crederci. Oppure si può guardare a questo fisico timido e solitario, cercando inutilmente nelle sue mosse l’oscura disperazione di un pazzo per trovarvi invece qualcosa di diverso, la lucida genialità di un uomo che già molte volte aveva visto ciò che nessuno aveva ancora intuito.

È allora possibile immaginare che negli esperimenti e negli studi sull’atomo condotti da Fermi e dai suoi collaboratori, Majorana sia stato capace di scorgere un terribile e atroce presentimento, di distruzione, di morte, di scienza schiava della guerra. Dalle parole di Sciascia prende così vita un uomo che ha sempre rifuggito la fama, che non inseguiva la scienza per svelarla ma in qualche modo sembrava “portarla” dentro di sé; un uomo che potrebbe essere stato condotto, dalla propria coscienza, a una scelta di fuga per non assoggettarsi a una rinuncia ancor peggiore, quella della propria libertà scientifica e morale.

Nessuno di noi sa quale sia la verità nascosta dietro la scomparsa di Majorana, possiamo credere a questa ipotesi oppure no, ma di certo la profondità di questa figura e l’importanza degli interrogativi etici sollevati in queste pagine rendono questo romanzo una lettura davvero imperdibile. Per tutti.

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Commenti

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Bel commento.
Condivido l'ottima valutazione.
siti
20 Febbraio, 2018
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Bel testo, lo rileggerei all'istante e bel commento, il tuo, come sempre.
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lapis
21 Febbraio, 2018
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Grazie, Emilio. Oltre alla profondità delle osservazioni, ho trovato anche emozione in quella che, in fondo, è quasi un'indagine, un documentario, una biografia. Per mio modestissimo parere, solo i grandi scritti ne sono capaci.
In risposta ad un precedente commento
lapis
21 Febbraio, 2018
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Grazie a te, Laura, come sempre. Sì, è un testo davvero imperdibile, per me.
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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