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La ragazza di Bube
 
La ragazza di Bube 2018-02-19 12:16:00 Lyda
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Lyda Opinione inserita da Lyda    19 Febbraio, 2018
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La consapevolezza di un ruolo.

Quest'opera di Carlo Cassola è da inquadrare in una situazione storica ben precisa, un'Italia povera, devastata, disorientata, alla fine della seconda guerra mondiale e nel periodo immediatamente post-bellico, anni 1944/45 sino al 48.
Letto durante il mio primo anno di scuola superiore - almeno 2/3 decenni fa 'La ragazza di Bube' era sicuramente inserito nei programmi scolastici – ho voluto riapprocciarmi a queste valide righe per una sfida personale ovvero tentare di comprendere le sfaccettature e soprattutto emozioni che lo stesso libro lascia dentro ognuno di noi a seconda dell'età.
Inutile dire che l'ho divorato – stavolta! - trovandovi ben più di una storia d'amore sofferta e vissuta in modo anomalo, bensì tutto il valido e significativo corollario socio-politico e culturale dell'Italia di quei tempi.
Cassola scrive pulito, in modo facilmente comprensibile, Mara e Bube ti scorrono tra le dita, pagina dopo pagina, catturando l'attenzione come solo riuscivano i racconti verbali dei nostri preziosi vecchi che ci hanno riportato stralci di vissuto (fortunato chi ne ha avuto uno in famiglia!).
In questo romanzo la storia è la vera protagonista, a partire dalla Liberazione nel giugno 1944, c'è tutto, c'è il racconto della lotta dei partigiani e della dura resistenza, la risalita degli angloamericani e lo sfondamento della linea gotica, il contrasto violento e crudo tra l'ideologia comunista e fascista... e poi c'è Mara, peperino di sedici anni appartenente a una famiglia povera della campagna toscana.
La ragazzina si invaghisce – ricambiata - di Bube, ex partigiano soprannominato 'il Vendicatore', un giovane poco più grande di lei cresciuto senza padre in condizioni ancor più misere.
Bube commette un omicidio sparando al figlio di un maresciallo dei Carabinieri, anch'esso ucciso da un compagno, e lo fa in modo rabbioso e ragionato, probabilmente come ingenua dimostrazione di forza a seguito dei continui incitamenti da parte di amici e seguaci del Partito (ndr, partito comunista).
Bube mancando di fermezza e razionalità perché cresciuto appunto senza validi e necessari riferimenti paterni, si trova sempre impelagato in faccende di violenza e sciocca dimostrazione di forza fisica e in tal modo, a seguito dell'increscioso atto a sfondo politico, si rovina la vita e il futuro con l'amata.
Il Partito tenta all'inizio di sottrarlo alla giustizia aiutandolo ad espatriare in Francia ma dopo due anni dal fattaccio, a causa dell'espulsione per sopraggiunti cambiamenti politici nella realtà francese, Bube verrà restituito all'Italia e subito arrestato alla frontiera.
Mara è una ragazza che si affaccia alla vita e all'amore.
Nella prima parte del libro l'autore la rappresenta come una giovane immatura e sciocchina, che si entusiasma facilmente – d'altronde è una delle caratteristiche adolescenziali - per futilità, ad esempio per un paio di scarpe con il tacco, tralasciando il senso assai più profondo delle cose e della vita stessa.
In seguito il lettore troverà in Mara un'improvvisa e veloce maturazione per quella sua difficile ma ferma volontà di rimanere accanto a Bube nonostante la lontananza, il carcere, e il dolore per un amore sofferto e a lungo non consumato.
E' un onorabile spirito di sacrificio e dedizione alle cause giuste a muovere la giovane nelle ultime pagine del racconto, nonché un atteggiamento maggiormente femminile (mi sia a questo punto concessa una valutazione personale) che rasenta il ben noto e frequente comportamento 'da crocerossina'.
Mara sa di essere la ragazza di Bube e questo le basta.
A discapito della serenità dei suoi anni migliori.
E' consapevole di rappresentare l'unico riferimento esterno dello sfortunato giovanotto, il solo motivo di salvezza che funge da stimolo alla sopravvivenza e per questo motivo non si perde d'animo e lo aspetta.
Il romanzo pertanto si chiude con un personaggio femminile che di diritto va ad incrementare la folta schiera delle numerose donne forti e risolute.

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Bella presentazione.
Il libro mi è piaciuto, ma non è un capolavoro. Però non meritava certo tutta quella polemica contro l'autore e contro Bassani. Ora questi due autori sono dei classici. E i polemici , chi se li ricorda ancora?
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