Dettagli Recensione
“I fantasmi fanno il nido nel futuro”
Un anziano illustratore di successo in crisi di creatività, misantropo di lunga data. Un bambino di quattro anni saccente e petulante, che conosce un unico gioco, quello di fare l’adulto. Nonno e nipotino vivono in città lontane e di fatto non si conoscono, ma una forzata convivenza li costringerà a trascorrere qualche giorno insieme, soli. Ma chi si aspetta teneri sentimenti e facili buonismi rimarrà deluso, perché sarà una lotta feroce e a tratti dolente, tutta giocata tra passato e futuro.
Perché per l’uno la vita è ormai arrivata alla fase dei bilanci, dei dubbi e degli interrogativi, mentre per l’altro la vita deve ancora cominciare. Daniele Mallarico ha vissuto la propria esistenza sentendosi unico ed eccezionale mentre ora ogni certezza sembra sbriciolarsi davanti a un mondo in cui fatica a ritrovarsi, ad addetti ai lavori che non gli riconoscono più una posizione di privilegio nel panorama artistico, a un bambino a cui le proprie illustrazioni sembrano non dire più nulla. E proprio quel bambino che crede di sapere tutto, costantemente lodato e adulato dai genitori, riporterà alla memoria un se stesso bambino, costringendolo a fare i conti con i fantasmi del passato, con i propri ricordi famigliari e con tutte le possibilità bruciate nell’inconsapevolezza delle proprie scelte. A complicare ulteriormente le cose sarà un disegno, così inconsapevolmente talentuoso, fatto da Mario per gioco, che squarcerà la pienezza di anni di lodi e successo, lasciando una scia di dolorosi interrogativi.
Con straordinaria eleganza stilistica e spietata coerenza, Domenico Starnone mette in scena i nostri difetti, le nostre paure, le nostre cattiverie. Al centro è lo scontro tra un nonno vanitoso e concentrato su se stesso, che prova a fare il nonno ma fatica a sopportare quel bimbo saputello, a tratti mefistofelicamente ostile, ma anche tenero nella sua ingenuità e semplice ricerca d’affetto.
“Scherzetto” è un romanzo stratificato, che sotto alla piacevole lettura di una divertente e originalissima competizione generazionale, offre profondi spunti di riflessione. Sull’umanità, alle prese con lo sgretolarsi delle proprie certezze e della propria identità. E sull’arte, a interrogarsi sull’eccezionalità, il talento e i propri stessi limiti.
“Sentirci unici c'era venuto facile. […] Col tempo però l'eccezionalità era dilagata. Adesso l'eccezionalità è diventata un vocio disperato di massa lungo le infinite rotte delle televisioni e di internet, un'eccellenza diffusa, mal pagata, spesso disoccupata.”