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Il sentiero dei nidi di ragno
 
Il sentiero dei nidi di ragno 2018-02-03 18:46:25 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    03 Febbraio, 2018
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La desolazione del nido dell'uomo

Il mio primo approccio con Italo Calvino è stato "Se una notte d'inverno un viaggiatore", che mi aveva lasciato alquanto perplesso. Colpa mia: non è stata una scelta felice, per rompere il ghiaccio. Allora mi sono detto: "cominciamo dall'inizio", e ho comprato "Il sentiero dei nidi di ragno", sua opera prima.
Una scelta assolutamente felice.
Calvino ha una prosa scorrevolissima, piacevole e in certi tratti evocativa. I suoi personaggi (soprattutto quello del piccolo Pin), hanno le fattezze di persone in carne ed ossa, seppur con quel tocco comico che le rende macchiette, in certi tratti. Attenzione, non prendetemi alla lettera quando dico macchiette, ma è chiaro che in certi personaggi Calvino abbia voluto mettere un pizzico di esagerazione, così da rendere più efficace ed evidente il loro carattere e il loro posto nella storia che è andato a raccontare.
In questo libro ci sono capitoli di una bellezza magistrale, che fanno riflettere, emozionano, turbano: perché in fondo quello di questo romanzo non è certo un periodo felice della storia umana. Alla fine, questo libro lascia quella piacevole sensazione dei grandi romanzi, come un sedimento nuovo che senti nel fondo dell'animo.

Quello de "Il sentiero dei nidi di ragno" è un modo che Calvino ha avuto di raccontare la realtà partigiana, nell'Italia sconvolta dalla seconda guerra. Come spiega nella sua prefazione, molti di quelli che sono stati testimoni e protagonisti di quel periodo di tempo così triste, si sono ritrovati a raccontare il proprio pensiero, se non la propria esperienza vissuta in prima persona. Deciso a fornire un nuovo punto di vista che fosse originale a riguardo, Calvino ha voluto raccontare questa realtà vista dagli occhi di un ragazzino sboccato e irresistibile, Pin, che si ritrova in mezzo a quegli eventi potendoli solo osservare superficialmente, considerato che è soltanto un bambino. Pin vive in una sorta di terra di mezzo: emarginato dai ragazzini per la sua conoscenza approfondita del mondo dei grandi (anche a causa di sua sorella, prostituta molto nota nel corrugio), emarginato dai grandi perché, ovviamente, un bambino. La vita di Pin è un conflitto continuo: combattutto tra il desiderio di essere intregrato e compiacere gli adulti e afflitto dalle paure tipiche dei ragazzini e la solitudine che gli comporta la sua diversità dagli altri.
Per compiacere gli adulti che frequenta all'osteria, ruba una pistola a un soldato tedesco che "fa visita" a sua sorella. Da qui cominciano i suoi guai: la nasconde in un posto che conosce solo lui, dove fanno il nido i ragni, ma viene comunque beccato dagli ufficiali tedeschi che lo sbattono in galera. Qui fa la conoscenza di Lupo Rosso, ragazzino che è già membro molto attivo e stimato del movimento partigiano, che metterà Pin in contatto con questa realtà. Qui, Pin farà la conoscenza di tantissimi personaggi molto diversi tra loro, che insieme formano un affresco perfetto di quella realtà storica, e che sbattono in faccia a Pin l'assurdità del mondo dei grandi: tutti presi dalle donne, dalle armi, dal furore e dalla loro voglia immotivata di sangue.
In mezzo a loro, non c'è nessuno che sia degno di essere suo amico, nessuno che sia degno di vedere e ammirare il posto dove fanno il nido i ragni. Forse.

"C'è che noi [partigiani] siamo dalla parte del riscatto, loro [i fascisti] dall'altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m'intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un'umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L'altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell'odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi."

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Commenti

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Conosco bene Calvino e mi piace molto. Complimenti per le tue osservazioni.
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Valerio91
04 Febbraio, 2018
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Grazie mille Simona! :)
siti
04 Febbraio, 2018
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Felice che ti sia piaciuto, magari a te piacerà pure la Trilogia. Io preferisco il Calvino più maturo. Ciao e buona domenica.
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Valerio91
04 Febbraio, 2018
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Magari mi piacerà anche il Calvino più maturo, chissà. In fondo "Se una notte d'inverno un viaggiatore" è più meta-narrativa, quindi può darsi sia per questo che non mi ha fatto impazzire.
Grazie Laura, buona domenica anche a te.

Vale.
Valerio, vedo il tuo entusiasmo . Il libro, l'ho letto e ricetto. Al tempo mi era piaciuto parecchio. Successivamente, dopo aver letto molti altri testi spesso di autori stranieri, l'ho ridimensionato un po' .
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Valerio91
04 Febbraio, 2018
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Ciao Emilio,
parli di testi in generale o riguardanti lo stesso tema? Se fosse così, mi piacerebbe sapere qualche titolo. E comunque, io sono un "esterofilo" convinto, ho sempre preferito gli autori stranieri, ma devo dire che con questo titolo Calvino mi ha conquistato.

Vale.
In risposta ad un precedente commento
Emilio Berra  TO
05 Febbraio, 2018
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Valerio, parlavo di libri in generale.
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