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Recensione
Viva la vida! Pino Cacucci
L'alcol, la morfina e la pittura per combattere i dolori del corpo e dell'anima. Attraverso un breve ed intenso monologo - nato dalla penna dello scrittore e giornalista P. Cacucci - la pittrice Frida Kahlo ripercorre i tragici avvenimenti della propria vita. Il libro ha l'impianto di una sceneggiatura teatrale e da' voce a quel "demone" che Frida Kahlo si portava dentro. A partire dal tragico incidente in autobus (nel 1925) che la mutilo' per sempre..."Sono stata al mio funerale nella lieve pioggia di un tardo pomeriggio, su un autobus che mi portava a Coyoacan. Ricordo questa lentezza assurda, irreale: il tram ci schiacciava contro un muro e l'autobus si contraeva, si ritraeva in se stesso, si comprimeva...Un corrimano di quattro metri mi era entrato nel fianco. Mi aveva trafitto come la spada trafigge il toro. Mi aveva impalata. La punta scheggiata mi usciva dalla vagina".
E ancora la solitudine, i tradimenti, la maternità negata, le invettive, i dialoghi immaginari di amore e odio verso il suo compagno e artista Diego Rivera (fonte continua di gioa e struggimento), i corteggiamenti del politico russo Leon Trockij e le battaglie interiori contro la morte. "Ho irriso la Pelona, ho urlato in faccia alla Morte la mia ostinazione a vivere".
La lettura di questo piccolo libro é un modo per capire meglio ciò che si cela o si svela nelle opere dell'artista messicana; artista che l’Europa, ed in particolare l’Italia, sta tributando con varie mostre.
PS. Il Mudec, Museo delle culture di Milano, ospita la mostra "Frida Kahlo - Oltre il mito" dal 1 febbraio al 3 giugno 2018.
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