Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
un anno per un giorno
Leggendo un libro solitamente mi rimane impresso qualcosa: un avvenimento, una frase che spicca tra le altre, un personaggio, un sentimento...
Di questo libro, mi spiace dirlo, non mi è rimasto nulla.
Per carità di frasi bellissime ce ne sono, ma forse è proprio questo il punto: ce ne sono troppe.
Troppe frasi bellissime, messe lì una dopo l'altra, spesso relative al medesimo concetto, ma che, data la numerosità, non spiccavano nè per bellezza, nè per originalità, e, per questo, non mi sono entrate nel cuore.
La trama aveva spunti di originalità, ed è proprio questo che mi ha spinto ha comprare il libro, ma purtroppo non sono stati sviluppati a dovere. Sarà che se penso ai viaggi nel tempo mi viene in mente La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo e 22/11/63, due romanzi divessissimi tra di loro ma che mi hanno emozionato tantissimo, ma questo cantante che fa e disfa a suo piacimento producendo, come unico effetto collaterale un invecchiamento precoce (e qualche altro incidente) che può portare con se oggetti nel passato e portarne altri nel presente, non mi ha convinto. Tra l'altro, potevo accettare l'invecchiamento precoce con tanto di rughe sul viso e senso di stanchezza, ma il cambiamento della data di nascita nel passaporto non lo digerisco.. perchè semplicemente sarebbero troppe le cose che cambierebbero, scuola, amici, esperienze e perchè, data la presenza costante dei social in questo romanzo, sarebbe inverosimile che i passanti si accorgessero solo ora, "oh, toh, come è invecchiato", quando, ricordiamocelo, sui nostri profili c'è anche la data di nascita.. quando si parla di viaggi nel tempo certe cose bisogna considerarle.
Insomma uno sviluppo mediocre di una trama che aveva ottime prospettive.
Ma non è finita qui.
Alex Gioia, professione cantante, nonchè il protagonista di questo romanzo, semplicemente non è possibile.
Nella mia vita non ho mai incontrato nessuno così logorroico da poter riempire 2 pagine con un concetto, praticamente, ogni volta che parlava era un monologo, con poca possibilità di iniziativa da parte degli altri. Dialoghi inverosimili che, a parte la lunghezza, esprimevano concetti filosofeggianti che mi farebbero venire l'orticaria se pronunciati nella realtà e sono accettabili solamente in un libro (accettabili, non graditi).
Fossero solo i dialoghi inverosimili, anche gli incontri con le altre persone sono di un altro pianeta..
Perche mi sembra ovvio che, ad una persona appena conosciuta per strada io racconti tutta la mia vita, no?
Stile bellissimo e, come ho detto, romanticissimo. Bisotti sa scrivere davvero bene, ma serve più trama e meno filosofeggiare.
Insomma non voglio dilungarmi troppo, ma di un romanzo con prospettive altissime è uscita a malapena una sufficienza risicata e solamente perchè il mio lato romantico è prevalso sulla ragione.
Indicazioni utili
- sì
- no