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Palomar
 
Palomar 2017-12-27 15:38:53 68
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
68 Opinione inserita da 68    27 Dicembre, 2017
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Viaggio insondabile e definente

Palomar, ultimo scritto di Italo Calvino, pubblicato da Einaudi nel 1983, come dichiarò l’ autore stesso, è una riflessione cosmica sulla vita ed i segreti dell’ universo che declina in una visione soggettiva e pessimistica per sfociare in precarietà e silenzio.
La trama è suddivisa in tre aree e tre tematiche. Una prima con elementi visivi focalizzati sugli oggetti della natura, una seconda antropologica a considerare il linguaggio, i significati ed i simboli, una terza fondata sull’ esperienza.
A ciascuna parte corrispondono forme diverse: descrizione, racconto, meditazione.
Palomar, il protagonista errante ( deve il proprio nome ad un famoso osservatorio astronomico ), è un uomo nervoso, discreto, tardivo, diligente, che vuole evitare ogni sensazione vaga ricercando un principio originario unico ed assoluto.
Per fare questo è disposto ad annullare il proprio io parziale e dubbioso, ma si rende conto che tutto, dentro di se’, ha un altro modo di essere, e che da sempre è esistito ed esiste un mondo prima di lui che oltrepassa la pura soggettività.
Il silenzio esprime qualcosa che supera il linguaggio, ma il linguaggio forse non è che un punto di arrivo ed allora in lui si insinua un senso di sconforto.
Cerca di abbandonare la soggettività rifugiandosi nella osservazione del mondo naturale e dei corpi celesti, ma di fronte al cielo stellato tutto sembra sfuggirgli in una prospettiva che rischia di degenerare. Ed allora non gli resta che fissare il particolare e descrivere ciò che vede.
Guarda la città dall’ alto come fosse un uccello perché …” solo dopo avere conosciuto e descritto la superficie delle cose, che è inesauribile, ci si può spingere a guardare quel che c’è sotto “…
Sonda le piante, i fiori, il volo degli uccelli visualizzando la città e lo smantellamento delle vecchie botteghe sostituite da anonimi supermagazzini, mentre la gente si fa largo con quei …” visi impazienti e sfuggenti concentrati esclusivamente su se stessi “...
Estrae di tasca un taccuino e comincia ad annotare nomi, cose, qualifiche, perché …. “ ogni negozio è un dizionario ed in ogni oggetto esposto vi è la presenza di una civiltà che gli ha dato forma e che da esso prende forma “….
Finisce per cadere in balia degli automatismi della civiltà di massa con uno stato d’ animo tra gioia e timore, desiderio e rispetto, preoccupazione egoistica e compassione, e cerca di parlarne con chi incontra, ma nessuno gli dà ascolto.
Lo assale il pensiero di un tempo insostenibile al di fuori dalla nostra esperienza ed ecco sopraggiungere domande eterne sul significato di morte, vita, continuità, passaggio.
Palomar trascorre intere settimane in silenzio, avvalorando l’ arte di osservare, non pone domande ne’ domande gli vengono poste ed ha una palese difficoltà nel parlare ai giovani.
Capisce quanto ogni suo tentativo di definizione lo rimandi a se stesso, quanto la conoscenza degli altri passi attraverso la conoscenza dell’ io più profondo e quanto gli manchi l’ essere in pace con se stesso.
Non amandosi ha cercato nell’ universo ciò che doveva cercare dentro di se’ con l’ inevitabile constatazione di non potere conoscere l’ esterno scavalcando il proprio io.

…” l’ universo è lo specchio in cui possiamo contemplare solo ciò’ che abbiamo imparato a conoscere oggi”….

Un viaggio travestito di analisi microscopica e telescopica, un volo trasversale, un flusso a determinare il tutto, riflessioni filosofiche ad afferrare e definire un senso estraneo alla soggettività, una radiografia della pura materia per finire con l’ essere estranei alla materia stessa, rigettati nella soggettività.
Un testo complesso da leggere, digerire e definire, un piccolo gioiello, con una dettagliata e stupefacente ricercatezza linguistica, ed il peso del linguaggio e delle minuziose descrizioni di oggetti e situazioni travalicano gli oggetti stessi, spogliati e radiografati per rivelarne l’ essenza più pura, ma traspare anche una malcelata impossibilità relazionale ed una critica ad una contemporaneità mal sopportata e supportata dal nostro protagonista.

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Commenti

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siti
27 Dicembre, 2017
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Bel commento Gianni, ne ho un bel ricordo.La maturità di Marcovaldo, mi è venuto da pensare ora, leggendo il tuo intervento.
In risposta ad un precedente commento
68
28 Dicembre, 2017
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Un Marcovaldo riveduto e corretto, con accenti pessimistici e senza lo stesso umorismo, forse proprio per la maturità raggiunta, un altro tipo di viaggio, ma sempre di questo si tratta ! Ciao
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