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La natura esposta
 
La natura esposta 2017-12-11 08:54:39 ornella donna
Voto medio 
 
2.5
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    11 Dicembre, 2017
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Una nudità artistica

Un viaggio a ritroso dentro e fuori la testa di uno scrittore morto da anni, un viaggio per città e sentimenti. Questo e molto altro è La natura esposta di Erri De Luca.
Un racconto teologico: uno scultore in bronzo aveva una storia da riferire. De Luca la riprende. L’io narrante abita in una terra di transito sotto le montagne, vicino al confine e aiuta gli stranieri a passare oltre, di contrabbando. Lo chiamano “il santo dei morti.”. Ritiene buffi gli stati che mettono frontiere sopra i monti e le ritengono barriere. Sbagliano, le montagne sono un fitto sistema di comunicazione tra i versanti. Quando lo scultore è costretto ad allontanarsi in una città sul mare gli viene dato l’incarico di riparare un grande crocifisso marmoreo. L’autore ricostruisce la storia della scultura e i passaggi necessari all’artista per scoprire il suo messaggio originale. Muove a compassione l’essenza dell’amore espresso nel gesto intimo della morte di un uomo sceso sulla terra per salvarla. La nudità di Cristo è stata ricoperta con un panno che la Chiesa vuole rimuovere, lo scultore scopre che sotto il panno c’è un principio di erezione. Ricerca significati simbolici, vuole capire la tensione dei muscoli, l’armonia di un contrasto. Proprio la nudità rappresenta l’apice della vulnerabilità della figura di Cristo. Lo “svelamento” è sinonimo di catarsi. L’arte fa raggiungere al corpo, ai nervi, al sangue, traguardi sconosciuti. La nudità del Cristo suscita l’antica pietà per la natura indifesa.
“Davanti al crocifisso nudo si sono commosse le mie viscere.”.
Una confessione di tenerezza, uno sguardo di compassione, il corpo offeso sulla croce si trasfigura e la sua nudità, da vergogna di essere umano, diventa purezza di agnello sacrificato. La croce diventa altare e il suo corpo offerta. Il libre vede il sacro e il profano alimentarsi della stessa umanità e l’opera d’arte, capace di riassumere la sofferenza umana di tutti i tempi, riesce a veicolare il significato della realtà che ci circonda e ogni giorno ci sfugge. E’ l’arte lo strumento con cui entriamo in empatia con gli altri uomini.

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Commenti

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Bella recensione, Ornella.
Non ho letto questo libro. Ma, dai testi letti dell'autore, posso dire di esserne uscito deluso.
In risposta ad un precedente commento
ornella donna
11 Dicembre, 2017
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In effetti è uno scrittore particolare, e questo libro lo è sicuramente. Ma forse meno peggio di altri. Grazie Emilio.
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