Dettagli Recensione
le sottoculture
chi non conosce gli urca siberiani?
chi non sa individuare sulla cartina la transnistria?
personalmente prima di leggere questo libro non avevo le minima idea della differenza tra un siberiano ed un russo.
Il racconto ci apre uno squarcio in un mondo a se, con regole e modi di vita severissimi ai quali opporsi significa morire, o al meglio essere rigettatti da tutta la propria comunità.
Uno stato nello stato, dove i "criminali onesti" non possono neanche rivolgere la parola ai poliziotti o funzionari del governo per non abbassarsi di rango.
Dove l'omosessualità ed il tradimento non sono concepiti, dove essere irrispettosi nei confronti della persona sbaglita equivale a rischiare la vita,servire lo stato non è concepito, non vale altra autorità che quella criminale, e le leggi interne.
deturpare un muro scrivendoci sopra un graffito significa morire per esempio...
tornando al libro, in questa comunità i tatuaggi sono l'unica forma d'arte ammessa.
Ma i tatuaggi bisogna soffrirli, meritarli, guadagnarseli,sono la carta di identità di una persona.
guardando i tatuaggi di un delinquente, i menbri delle famiglie criminali sanno se la persona in questione è un rapinatore, un assassino o un criminale di basso rango, se ha avuto condanne e per cosa e quali sono i suoi legami.
di contro in questa comunità le donne sono sacre, ma praticamente non hanno altra scelta che servire il proprio uomo, l'infedeltà e la separazione non sono ammesse.
I bambini sono sacri ed i pazzi sono rispettati e curati come figli da tutta la comunità.
Tutte ottime cose, ma ad un certo punto della lettura che è ben coinvolgente, sarebbe bene che il lettore faccia una pausa di riflessione distaccandosi dalla fraterna comunità criminale siberiana e pensando a quanto sia accettabile uno stile di vita del genere, mi riferisco alle varie situazioni che vediamo nei campi delle nostre più grandi città che tanto mi hanno ricordato , ma solo nel male badate bene, questa cerchia chiusa di criminali.
L'autore giustamente esalta la sua educazione siberiana, che qualche pregio ce l'ha, ma alla fine del libro si dovrebbe provare a riflettere sul possibile,impossibile dico io, incontro di culture così diverse.
Il libro è scritto in maniera fluida e arricchito con continui riferimenti a detti modi di dire ed usi siberiani.
molto cruda la parte relativa alle carceri russe ed alle violenze in generale.
Ottimo soprattuto perchè fa luce su aspetti veramente poco conosciuti della sottocultura siberiana.