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Dal passato non si fugge
Palermo, quartiere popolare Borgo Vecchio. I Montana, una modesta famiglia di piccoli mercanti abusivi di frutta e verdura, vengono sconvolti da un truce episodio di lupara bianca. Calogero, il capo famiglia, scompare nel nulla e alla moglie e ai due figli viene consigliato di non cercare la verità. Il tempo per indagare, d'altronde, è poco, c'è un chiosco da mandare avanti e se da un lato la vedova Mela può contare incondizionatamente sull'aiuto del volenteroso ed intraprendente secondogenito Franco, dall'altro ha da gestire la grana rappresentata dal primogenito Enzo, lavativo poco di buono dedito all'ozio, alla delinquenza e ad altri vizietti poco raccomandabili. Franco e Mela per molto tempo fanno finta di niente, lasciano che Enzo diserti il lavoro e non dimostri il minimo rispetto per i suoi familiari. Quando la situazione però si fa troppo pesante la tragedia appare scontata. A poco serve fuggire all'estero, crearsi una nuova vita, tagliare ogni ponte con le proprie radici. Il passato, con le sue ineluttabili verità, prima o poi torna a galla. Un noir semplice e realistico incentrato sul concetto di famiglia, con pochi ma ben delineati personaggi in cui è difficile distinguere la tenue barriera che separa il bene dal male. Una storia dura, spietata, cinica, in cui mafia, droga, violenza domestica si intrecciano con l'amore, il rispetto, la speranza di assicurare e se stessi ed ai propri cari un'esistenza migliore. A condire il tutto l'aria di una Sicilia terribile ed affascinante, ricca di tradizione, di folklore e di calore, delle piccole abitudini di un rione dove nessuno sa e tutti sanno e il centro del mondo è rappresentato da una piccola macelleria di quartiere. Un'aria che continua ad impegnare le pagine di questo bel libro anche quando la scena si sposta a migliaia di chilometri di distanza, quasi a ricordarci che dalle proprie radici e dal proprio passato non è possibile scappare.