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Poeticamente umana
Poeticamente umana
Già nel titolo la prospettiva di interpretazione suggerita proietta il lettore verso l’analisi dell’umanità femminile del personaggio che è probabilmente il meno giudicato e , forse, il meno “criticabile”in senso lato, dei Vangeli: Maria di Nazareth. Da sempre collocata nell’immaginario dei credenti , e non, come simbolo di purezza, grazia, maternità universale, di “Lei”,appunto personalmente,si conosce poco: “di me non si sa da dove vengo, sono nata con mio figlio, resa madre dal suo apparire... come se prima del bambino non fossi esistita...anche il dopo il testo non lo racconta”. Ma l’autrice riporta alla concretezza questa donna storicamente un po’ evanescente ponendo l’accento su quelli che sono i caratteri di fisicità e sentimento che hanno costruito, come per tutte le madri, un rapporto naturale di gestazione e attesa prima e di genitorialita’ per oltre trent’anni con un figlio sicuramente “speciale”.
La narrazione del lato umano di Maria viene scandita così attraverso gli episodi del Vangelo che partono dall’Annunciazione fino alla morte e resurrezione di Gesù. Le pagine si connotano di descrizioni fluide, asciutte, psicologicamente penetranti e poetiche delle emozioni, dei disagi,delle speranze ed anche delle paure che una giovane donna fin troppo acerba ed ingenua sperimenta con la consapevolezza particolare di essere la madre del Dio vivente e di avvertirne il peso, presagendone il futuro di grandezza per il messaggio d’amore che egli avrà il compito di annunciare ma anche il dolore per una morte ingiusta a riscatto della salvezza del prossimo.
È un calice amaro ma anche una felicità intensamente intima quella descritta per voce di Maria, una vita fatta di una normalità sempre agognata, mai completamente vissuta, tesa, troppo tesa per essere confessata apertamente agli altri che chiedono a Lei di comprendere il ruolo di suo figlio sulla Terra( Giovanni, Giuda e perfino Pietro ).
Le pagine del libro riescono a rendere compartecipe il lettore della profondità di sentimento di questa giovane donna. Ciò che però rischia di rendere l’intento poetico poco incisivo ed accattivante( anche perché la storia comunque già tutti la conosciamo!) è lo schivare volutamente l’aspetto spirituale del soggetto che è comunque essenziale per la connotazione del suo lato umano, soprattutto se dall’angolo di interpretazione di questo personaggio non se ne valuta l’aspetto della fede intesa come fiducia ed assoluto convincimento di assolvere al suo compito di madre e figlia del suo stesso figlio e di interprete silente ma non passiva della missione di lui. Una sfida magari ardita se laicamente intesa ma almeno meritevole di un tentativo da parte di una scrittrice di grande penetrazione dal punto di vista dell’uso lessicale e stilistico ed originale nella costruzione narrativa