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Orfani bianchi
 
Orfani bianchi 2017-11-07 15:44:45 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    07 Novembre, 2017
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Sì, siamo ladri

Gli orfani bianchi sono un mistero ovvio, una vergogna nascosta e risaputa, una delle tante miserie tanto macroscopiche quando invisibili che ci circondano. Gli orfani sono vicinissimi a noi, non nello spazio e nel tempo ma negli affetti, nella quotidianità. Gli orfani bianchi sono i figli delle donne che li lasciano nelle loro case e nei loro paesi per venire qui in Italia, ad accudire i nostri cari al posto nostro.

In questo caso non ci viene in mente che forse sarebbe meglio aiutarli in casa loro, e magari accudire in casa nostre: sembrerebbe la soluzione più semplice, la migliore per tutti, e proprio per questo, forse non è possibile.

La storia di Mirta, badante moldava che da sola deve mantenere se stessa, suo figlio e la sua anziana madre, può fare l’effetto di un thriller mozzafiato, uno di quei film in cui il protagonista lotta contro il tempo, contro i cattivi, contro l’ignoranza e contro tutti per salvare una persona cara.

Mirta è armata di pazienza, determinazione, amore. Sa fare i lavori che in Italia sono più odiati e più richiesti: sa pulire, sa assistere, sa curare. Mirta sa faticare. Mirta subisce e sopporta a denti stretti, senza lamentarsi: lo fa per amore, quindi per scelta e senza avere scelta. Mirta non può stare vicino a suo figlio, per consentirgli di sopravvivere deve allontanarsi e prendersi cura di estranei, dimenticare le tragedie personali per immergersi nelle tragedie altrui. Mirta non si prende cura di se stessa, ma di tutti gli altri.

Il romanzo scoperchia le derive della nostra civiltà, svela la nostra incomprensione, ci pone di fronte alle crudeltà quotidiane, apre interrogativi scomodi. Quanti sono gli eroi invisibili che lottano per la vita? Dove si nascondono? Da dove nasce il fenomeno dell’immigrazione? Chi ne soffre di più? Chi ne trae profitto? Perché questi spostamenti, queste lacerazioni, questi disastri umanitari? E perché la vecchiaia costituisce un problema, invece di essere soltanto una tappa della vita?

Il ritmo della narrazione incalza e non lascia tregua, l’identificazione con i personaggi inquieta senza lasciare scampo, la storia coinvolge e sconvolge fin dalle prime pagine, se soltanto permettiamo alle nostre difese di nascondersi dietro il cinismo. Una piccola storia tragica, un grande romanzo.

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Narrativa sociale, romanzi dello stesso autore.
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