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Sosteneva Pereira
Sostiene Pereira, scrive Tabucchi. Suggerendo che questo Pereira sia qualcuno che può a buon diritto sostenere qualcosa, e che abbia qualcosa da sostenere.
Nel nostro tempo ognuno può scrivere ciò che vuole, non importa se sulla Treccani, su di una rivista o su facebook, dato che ormai la filosofia dell'uno vale uno sembra essere stata accolta alla lettera, quando si parla di opinioni. Ma c'è stato un tempo, ed è di questo che Tabucchi racconta, in cui sostenere un'idea, non era cosa da poco, anzi aveva un alto, altissimo prezzo e richiedeva tanto, tantissimo impegno.
Il tempo è il 1938, e Pereira, il dottor Pereira, è il redattore della colonna culturale del Lisboa, un giornale come tanti nella LIsbona di Salazar. Un uomo ordinario, si direbbe, cardiopatico appesantito dalle smodate abitudini alimentari, che rendono le sue passeggiate uno sforzo immane, e dal suo passato.
"... lei ha bisogno di elaborare un lutto, ha bisogno di dire addio alla sua vita passata, ha bisogno di vivere nel presente, un uomo non può vivere come lei, dottor Pereira, pensando solo al passato"
Ecco, ciò che sostiene Pereira, e Tabucchi con lui raccontandone la storia, è che bisogna vivere il presente. Con ciò intendendo non rinunciare alla propria presenza in una data terra, in un tempo esatto, definito politicamente. Ed è quello che, timidamente, Pereira cerca di fare, traducendo e pubblicando racconti di autori francesi che criticano la dittatura, nel momento in cui la dittatura opprime LIsbona.
"Sostiene Pereira" è un romanzo di impegno civico, certo, ma non è una storia d'eroici uomini politici o di impavidi partigiani. Non è un esasperato invito alla resistenza, uno sbandierare e urlare valori da difendere e idee da esprimere. E' la storia di Pereira, e del Portogallo con lui, incastrati nel loro passato, e terrorizzati ad affrontare il proprio presente. E' la storia di quanto la letteratura, pubblicata su un giornale in questo caso, ma soprattutto stampata nella mente di chi la legge e ascolta, possa essere un atto di coraggio. E' un invito, a riconsiderare, guardando ad una storia del passato, non vera, ma veritiera, l'importanza di essere presenti nel proprio tempo.
"La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità"
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