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La resistenza del maschio
 
La resistenza del maschio 2017-10-15 14:43:56 Antonella76
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    15 Ottobre, 2017
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Uomo in mutazione



Lo dico subito: mi è piaciuto tanto.
La Bucciarelli tira i fili dei personaggi di questo libro in modo egregio, dando vita ad una rappresentazione ad incastri originale e coraggiosa su un nuovo modo di essere "maschi".
Uno sguardo sul maschile e femminile che si studiano, si incontrano, si scontrano, si prendono le misure...cercando nuove geometrie.
Abbiamo un "maschile" in mutazione, alla ricerca di una nuova dimensione di sé che non lo vuole "imbrigliato" nello schema di protezione/procreazione/accudimento desiderato dalle donne (non tutte, ma molte).
Un maschio che resiste, che si sottrae al ruolo di padre, che cerca di mettere ordine...e lo fa dilatando lo spazio ed il tempo intorno a sé, negandosi per darsi sotto altra forma, più eterea, meno fisica, ma forse non meno vera.
C'è l'Uomo che non vuole dipendere da nessuno e nessuno che "dipenda" da lui, una Moglie che desidera sopra ogni cosa proprio ciò che lui non vuole...poi c'è Effe che va a schiantarsi contro un palo davanti ai suoi occhi, e con la stessa violenza s'insinua nella testa di lui.
Inizia una relazione che esiste nella sua assenza, in uno spazio misurabile in vuoti, che si alimenta di ogni contatto mancato.
Un desiderio che si accende e si spegne nella testa.
Lui, che è abituato a calcolare ogni cosa, rimane spiazzato da ciò che non ha potuto misurare...l'incidente, la sua traiettoria, la sua forza, la sua incognita.
E poi ci sono tre donne che si incontrano, parlano, si confessano...in una sala d'attesa...luogo non casuale, perché in fondo questo fanno: "attendono".
Attendono tutte qualcosa, chi un figlio, chi un "caffè", chi un uomo che non sia solo un'iniziale, ignare della loro condizione sospesa, ignare del filo che le lega a doppio nodo.

Non sono sicura di aver compreso in pieno il messaggio dell'autrice.
Di questa rappresentazione dell'uomo che sta cambiando, che resiste e si ribella, mi sfugge sicuramente qualcosa...ma di base mi piace l'idea di uno sguardo differente sull'uomo, sul suo sottrarsi non per mancanza di responsabilità, non per egoismo (o forse sì?), ma per una questione di libero arbitrio, di voler sfumare i contorni dei ruoli,  reagire alla quadratura del cerchio...
Alla fine però assistiamo ad una sconfitta da ambo le parti: donne infelici, sempre combattenti ma stanche, in cerca di un uomo che non esiste...e uomini che, nel tentativo di uscire fuori dalla gabbia, se ne costruiscono un'altra, magari virtuale, ma non meno soffocante.
Chi vince davvero, alla fine, è la solitudine.

Il romanzo è bello, attuale, la scrittura è intelligente e originale, capace di svecchiare un argomento antico come il mondo e rivestirlo di nuova luce.
Molto poetico, ma in maniera moderna.
È un libro pieno di arte, di architettura, di musica e di cinema.
(Menzione speciale per la citazione di "Ferro 3 - La casa vuota"...inaspettata e sorprendente.)

Bucciarelli, una bella scoperta.

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Commenti

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Mah... Penso di non essere interessato al libro; però come uomo dico qualche impressione : mi pare che il rifiuto della paternità di alcuni (molti?) giovani vada inteso come sintomo di un'insicurezza, di paura d'assumersi delle responsabilità, che sta colpendo uomini delle ultime generazioni. Tale insicurezza è come un ritrarsi di fronte al crescente numero di esponenti del genere femminile , che evidenziano una soverchiante abbondanza di 'femmine' e una sensibile scarsità di donne vere (attenzione : non superficialmente 'vere donne' , bensì donne vere).
I debordanti messaggi televisivi e pubblicitari,portatori di una falsa emancipazione femminile, per cui una donna deve apparire, piacere (sul modello della prostituta che ostenta le sue parti anatomiche ; ma senza il dolore di quella, che talvolta la rende 'umana'), per poi dominare su maschi rigorosamente palestrati, compiono disastri non solo sugli uomini, ma sulle donne stesse. Dove sono finite la semplicità, l'autenticità, la naturalezza non di posa che renderebbero vere le persone?
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