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Un tuffo in piscina
Molto è già stato detto e scritto di questo romanzo autobiografico (sebbene l’autrice stessa abbia dichiarato che c’è anche invenzione mischiata ai ricordi di infanzia), tra cui la legittimazione ad entrare nella cinquina di libri finalisti al Premio Strega 2017.
Considerato questo presupposto credo che per provare a fare qualche riflessione in merito si possa partire dalla copertina del libro che raffigura parte di una gigantesca piscina all’interno di un grande giardino. Spesso capita che le copertine dei libri siano pensate per attirare l’attenzione dei potenziali lettori, per agevolare magari un acquisto di impulso, senza poi avere a che fare con la storia narrata. In questo caso invece mai copertina fu dichiarata più profetica: questa grande piscina infatti è assolutamente emblematica di tutta la vicenda della famiglia Ciabatti, un elemento costante che ne accompagna le vicissitudini. E’ il fiore all’occhiello della grande villa di famiglia, la villa del “Professore” così come viene chiamato a Orbetello Lorenzo Ciabatti, noto chirurgo da tutti rispettato e apprezzato. La piscina è la prova del successo di questo celebre medico che ha studiato a New York, del suo prestigio personale testimoniato dalle innumerevoli amicizie di cui si circonda, persone influenti e importanti, politici, imprenditori. La piscina è anche il passepartout con cui la figlia Teresa ragazzina viziata e ribelle -“la più amata” dal padre come lei stessa si definisce - ottiene le attenzioni dei suoi compagni di classe, pavoneggiandosi e ostentando la sua ricchezza al loro cospetto.
La piscina è il luogo dove un bel giorno uno sconosciuto si palesa con pistola alla mano per rapire il Professore che a quanto pare nasconde numerosi segreti, tutti probabilmente imputabili alla sua presunta affiliazione alla Massoneria, in particolare alla Loggia P2, ed alla sua vicinanza con personaggi noti e scomodi della storia italiana come Licio Gelli.
La piscina infine rimane nei ricordi di Teresa diventata adulta, la figlia che a distanza di tempo decide di ricostruire le vicende della sua infanzia, di quel padre-padrone sprezzante che ha perso il suo patrimonio immobiliare ed il suo denaro a causa di investimenti sbagliati, di quell’uomo che nel bene e nel male le ha segnato la vita e del quale ricorda solo alcune cose, come ad esempio l’anello d’oro col simbolo del compasso che portava sempre con sé.
La Ciabatti non ha paura nel mettersi a nudo raccontando a ruota libera, con un linguaggio diretto e scorrevole, le proprie debolezze di donna, ovvie conseguenze di quella gioventù condizionata dalla presenza ingombrante, ed allo stesso tempo dall’assenza nei momenti importanti, della controversa figura paterna.