Dettagli Recensione
Un pasticcio complicato come quello della vita
E' un romanzo per tutti i gusti, questa straordinaria avventura rocambolesca di Roderick Duddle. L'autore ci offre un pasticcio letterario i cui ingredienti sono formati da: una serie infinita di peripezie, tante storie intrecciate tra loro che ci tengono con il fiato sospeso, numerosi personaggi delle più diverse tipologie, una fantasia in continuo crescendo, uno spiccato senso dell'umorismo. Siamo nell'ottocento nel Regno Unito, un bambino di nome Roderick, figlio di una prostituta, cresce in un bordello con locanda annessa, in compagnia di donne che esercitano 'tale' professione, i loro clienti e il terribile signor Jones, il proprietario; morta la madre, Jones lo caccerà senza pietà. Roderick, nessuno lo sapeva, è erede di una immensa fortuna e quel medaglione che ha al collo ne è la prova; il fatto curioso è che non lo sa neppure Roderick e non se lo immagina minimamente. Scoperta la vera identità del protagonista, la notizia gira velocissima, vista anche l'ingente somma da ereditare; cominciano così le numerose avventure e i viaggi del bambino che chiaramente non sa di essere ricco e si domanda perchè tutti lo cercano, molti lo seguono, qualcuno lo vuole uccidere. Gli inseguitori sono vari, si tratta di sicari, suore, avvocati corrotti, amministratori disonesti e chiaramente il signor Jones. Ci sono anche molte false piste a complicare il groviglio, a un certo punto c'è il caos, tutto sembra falso, i bambini sono diventati due, forse tre, i medaglioni sono due ... quale sarà quello vero? Tutti cercano l'oggetto del desiderio: i soldi, l'amore, il piacere, il successo (sembra di essere immersi nel fantastico mondo dell''Orlando Furioso'); c'è chi cerca la cosa sbagliata nel posto sbagliato; molti personaggi sono arguti e calcolatori, c'è anche lo scemo del villaggio che è buono ma poi ... non è così scemo. Il romanzo è un microcosmo che rappresenta il mondo e 'il mondo è schiavo del desiderio' dice l'Autore che dichiara di voler raccontare semplicemente 'la smania di tutti ad arrivare più in là'. L'avventura prosegue, si parte dalla locanda malfamata, poi si va per la città, poi come ogni avventura che si rispetti, per mare. Finalmente arriva l'investigatore, Havelock (il suono rimanda a Sherlock) che cercherà di mettere un po' di ordine nel groviglio di questa storia; bravo, preciso, meticoloso, onesto ma ... anche lui ogni tanto, cede alle tentazioni. La storia finisce bene, dopo tanti morti, assassini, inganni, tutto (o quasi) torna, e anche i cattivi possono ripensare alle loro malefatte. Con una scrittura scorrevole, con uno stile barocco ed elegante, graffiante ed ironico, attraverso periodi lunghi e ben articolati, aggettivazione e punteggiatura abbondante, l'Autore descrive tutto con delicatezza, dalle brutture del mondo ai gesti di solidarietà. Concludiamo ricordando quello che Italo Calvino, lucido e razionale come l'inventore di questa storia, disse sull'Orlando Furioso: 'limpido, ilare ma misterioso, ... si ostina a disegnare una fiaba da una realtà senza illusioni".