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Dimenticare 2017-09-20 21:20:33 Valerio91
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3.0
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4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    20 Settembre, 2017
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Misterioso (anche troppo)

Questo libro di Peppe Fiore che mi accingo a recensire è misterioso per vari aspetti.
Ma partiamo dal principio: sulla quarta di copertina questa storia viene definita "un noir dei sentimenti". Ora, non volendo dare a questa affermazione il suo significato letterale (perché del genere noir questo libro ha ben poco), voglio dedurre che sia riferita al fatto che l'autore cerca di indagare nei lati oscuri dell'essere umano. Ora, è evidente il tentativo di Peppe Fiore di scendere a fondo nella psiche dei personaggi (soprattutto del protagonista Daniele), ma questo suo proposito si rivela efficace solo in alcuni tratti e in maniera nemmeno troppo profonda. Quello che meno mi è piaciuto è il poco approfondimento delle vicende, che alla fine scadono nel confusionario. Non si capisce chi ha fatto cosa; non si capisce quale sia il tormento che affligge il protagonista, cosa lo abbia causato e quali siano stati i suoi errori passati e futuri; non si trova il bandolo della matassa.
La psicologia del protagonista ruota tutta intorno a un personaggio, suo fratello Franco, con cui avremo a che fare poco o nulla se non con la mediazione di Daniele. Al termine della mia lettura la sensazione dominante era una diffusa incompiutezza, perché tanti sono gli interrogativi che apre questa storia, ma pochi sono quelli che vengono realmente chiusi (almeno in maniera chiara) al suo termine. La domanda che mi è sorta spontanea è: ma fai che ci sia un seguito? Se anche la risposta fosse sì (ma non credo), leggerei il seguito ma con qualche riserva, perché questa era secondo me una storia da portare a termine in questo stesso libro.
Dunque, non poche perplessità mi hanno accompagnato soprattutto nelle ultime pagine, quando mi sono reso conto che ancora troppe cose non trovavano spiegazione e si avvicinava inesorabile la fine del libro, e se anche fossero state soddisfatte tutte insieme... ho i miei dubbi che la scelta avrebbe funzionato.
Però, prima di rendermi conto che l'autore tardava a chiudere il cerchio, devo ammettere che la lettura è stata piacevole e lo stile dell'autore è abbastanza scorrevole e preciso nei dettagli, soprattutto per quanto riguarda l'ambientazione, che a mio modo di vedere è resa in maniera ottima e si lascia facilmente immaginare.
Peccato.

Tutto ha inizio con i due fratelli, Franco e Daniele, coinvolti in una brutta situazione vicino allo stadio di Fiumicino. Tutto ruota sui problemi del fratello del protagonista, ex calciatore di serie inferiore e malato cronico di gioco d'azzardo, sempre in debito con gente poco raccomandabile. Quella allo stadio non sarà la prima né l'ultima volta in cui i due fratelli si troveranno nei casini(sempre per colpa di Franco), ma dopo questo breve racconto tutto si sposta immediatamente su una montagna a Trecase, vari anni dopo, in un bar ormai abbandonato di una vecchia meta sciistica dismessa in seguito a una tragedia. Una ragazza salita con la sciovia è incredibilmente sparita vari anni prima, col suo corpo ritrovato mutilato. In paese tutti credono che il colpevole sia un orso, anche se la presenza di un animale del genere è alquanto improbabile in un posto come Trecase. Tuttavia, quando Daniele arriva sul posto per rimettere in piedi il bar, sembra che Trecase sia pronta a diventare nuovamente una meta turistica.
Fino a quando non viene travolta da una nuova tragedia.
Incompiuto.

"Franco gli aveva detto che amava la carambola perché il panno verde era un posto che seguiva le regole. Colpisci bene la palla, la palla colpisce un'altra palla, la palla va in buca. La colpisci male, la palla finisce sulla sponda, sei fregato. Erano solo stupidi pezzi di legno foderati di alluminio e verniciati, gettati nel mondo per rotolare e cozzare tra loro e nient'altro. Come gli esseri umani. Eppure gli esseri umani, così gli aveva detto suo fratello, si fossero comportati con un decimo del raziocinio delle palle da biliardo, lui non avrebbe avuto tutti i casini che aveva."

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