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La forza delle radici e il desiderio di ribellione
Tutti ci siamo chiesti , non appena entrati nell'età delle prime cotte, dei primi baci, delle prime avventure: chissà cosa combinavano i nostri genitori alla nostra età! E poi continuare a chiederselo, anche solo per gioco, una volta fatti più grandi. Sembra quasi che questo libro ci voglia accontentare ,e sopratutto aiutare a svelare questo mistero.
Ma oltre il titolo così originale, si cela una trama, altrettanto originale, fitta di colpi di scena e intrighi.
Ada Bertrand, la protagonista, è una professoressa di greco all'Università di Bologna, la città che l'ha accolta dopo la fuga dall'universo soffocante e bigotto del suo paese natale. Lei che si è ribellata a quelle autorità famigliari così opprimenti, lei che ha vissuto il '68 in prima persona.
Lei è tutte quelle ragazze, tutte quelle donne che hanno vissuto più o meno come lei: un paesino piccolissimo, cattiveria e invidia all'ordine del giorno, la necessità di scappare via, la sete di libertà e infine, la certezza di restare indissolubilmente attaccata a quelle radici tante odiate.
Ha un ritmo incalzante, continuavo a leggerlo perché volevo saperne di più, capirci di più. Alcuni punti restano irrisolti, ma solo apparentemente, perché gli indizi sono tutti nel racconto, scorrevole e moderno. Occorre spirito di intuizione!
Personalmente non mi sono commossa, però ho provato rabbia, indignazione, impotenza: mi sono sentita lei.
Full immersion: la bravura di una scrittrice sta anche in questo.
La scrittura è semplice,pressoché priva di lessico volgare; sono presenti richiami alla mitologia greca, sopratutto nei sogni e nei ricordi della protagonista.
Avviso che Bianca Pitzorno è conosciuta sopratutto come autrice di libri per ragazzi, e dunque non aspettatevi un "Cinquanta sfumature di grigio ai tempi delle nonne", anche perché se ne sarebbe parlato molto di più!
Nonostante ciò, la ringrazio perché mi ha saputo regalare emozioni.