Dettagli Recensione
Prime battaglie, formative esperienze
Ferrara, prima liceo classico, anno 1929-1930. Riparata matematica, il giovane ebreo protagonista di questa opera, è pronto ad iniziare il nuovo ciclo scolastico che, sulla scia della Riforma Gentile del 1923, accoglie soltanto i migliori adolescenti della più agiata borghesia. Per il ragazzo questo significa perdere Otello, amico fidato di sempre, amico rimandato in inglese inspiegabilmente incapace di far fronte all’esame di riparazione e dunque trasferito in un collegio privato a Padova.
E così il primo giorno di scuola è privo per lui di quella canonica corsa al banco prediletto, di quel consono affiancamento al compagno favorito; Bassani, si ritroverà, di fatto, accanto a Cattolica il migliore dei migliori e, per circostanze avverse, in breve tempo, legherà anche con Luciano Pulga, studente dagli occhi color ghiaccio, originario del bolognese, in ristrettezze economiche, per questo e per altro, reietto e mal visto dagli altri amici.
L’anno scolastico prosegue imperterrito tra versioni di latino e greco, compiti di matematica, interrogazioni, aule, corridoi, invidie, gelosie, pregiudizi, competizioni, credi religiosi diversi, ceti sociali mai sufficienti, e ricerca di pura e semplice amicizia. In questo scenario, Bassani cammina in bilico come un funambolo, cercando quel suo posto nel mondo, cercando quella sua stabilità, cercando una persona con cui poter studiare, condividere e crescere. E crede, nel suo piccolo, di aver trovato questo in Luciano.
Circostanze avverse gli dimostreranno però che non sempre tutto è come appare e qui, sarà chiamato a scegliere: continuare a stare dietro la porta anche dopo aver scoperto la verità, o uscire allo scoperto, ed affrontare quel tradimento che brucia nel profondo?
E’ un percorso formativo a 360 gradi quello che l’autore ci descrive, un percorso che parte da una prova in cui è richiesto di vincere i propri limiti, di vincere intese faticose, di vincere le proprie paure per adoperare e favorire la strada a quel che un giorno sarà il nostro io adulto. Ma non sarà semplice farsi spazio tra ingiurie e giochi di potere, non sarà semplice sapere di chi fidarsi e di chi no, non sarà agevole maturare quando la stessa appartenenza ad una fede religiosa in un periodo altamente radicato nel fascismo, e la stessa condizione economica, farà da ostacolo.
E’ ancora l’analisi di un uomo adulto che a distanza di oltre trent’anni si interroga sul futuro che è stato riserbato ai coetanei, che è incapace di varcarla, quella porta, che è incapace di uscire, di abbandonare un temperamento schivo, riservato e di fuga seppur questo significhi continuare a prediligere la superficialità, la futilità ed inutili e poco gratificanti rapporti umani.
Il tutto è avvalorato da una scrittura forbita, ricercata che in appena 101 pagine è capace di far rivivere gli anni di scuola, che è capace di trasportare il lettore nel tempo, di ieri e di oggi, che è capace di toccare le corde più intime del conoscitore.
Una piccola perla.
«Eppure sapevo che ormai non c’era più rimedio. Anche se mi fossi sforzato di tornare a frequentare Otello come quando eravamo alle elementari e al ginnasio, in fondo al suo odore buono, onesto, avrei sempre ritrovato l’altro, quel disgustoso e opprimente tanfo di brillantina» p. 92
«[..] già allora qualcosa doveva pur dirmi che se Luciano Pulga era in grado di accettare il confronto della verità, io no. Duro a capire, inchiodato per nascita a un destino di separazione e di livore, la porta dietro la quale ancora una volta mi nascondevo inutile che pensassi di spalancarla. Non ci sarei riuscito, niente da fare. Né adesso, né mai.» p. 101
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Bella e approfondita recensione!