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A cantare fu il cane
 
A cantare fu il cane 2017-08-16 07:50:59 evakant
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
evakant Opinione inserita da evakant    16 Agosto, 2017
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UN PICCOLO BASTARDINO MORDACE...

Un furto nel cuore di una notte d’estate. O no?
Un arresto in flagranza di reato. O no?
Una fuga d’amore da romanzo. O no?

Questa volta il maresciallo Maccadò, in servizio alla stazione dei carabinieri di Bellano non si troverà a dover risolvere ben tre enigmi contemporaneamente (e pure in carenza d’organico), ma anche un quarto, quello domenicale del signor prevosto, che animerà per un’intera settimana il baccano dei suoi quattro figli (e un quinto in arrivo).

È una notte afosa quella tra il 16 e il 17 luglio 1937 a Bellano, e nella notte un grido “aiuto! Al ladro!” farà accorrere più di un volenteroso cittadino, ma ben presto le cose si ingarbuglieranno un bel po’ tra arresti roccamboleschi, ricoveri in ospedale, feriti vari, indagini e carabinieri sotto copertura trasportati esangui in ospedale…
Superlavoro per il nostro “eroe” Maccadò.
Che al fine, nel dipanare il mistero, verrà aiutato da un piccolo bastardino mordace (di cui tra l’altro ha una fifa blu…)

In questo romanzo Vitali torna al periodo d’oro dei suoi lavori precedenti, quel epoca fascista in cui si muovono personaggi tra il serio e il faceto, a volte delle vere e proprie macchiette gonfie solo di amor proprio, o di amor patrio…
Dove i sentimenti, così come le azioni erano semplici se non ingenue.
Si torna ad avere un protagonista, il maresciallo Maccadò, intorno a cui ruotano vicende e personaggi davvero innumerevoli, tanti, non difficili da ricordare, ma tanti, un po’ a significare che il paese è un tutt’uno, un super-organismo in cui mancasse, che so…l’appuntato Misfatti, o il Maestro Crispini, mancherebbe tutto un pezzo di storia di Bellano.
Bellano che è tratteggiato benissimo come paesello di provincia, sonnacchioso, tranquillo, pacioso…apparentemente…anche in un tempo in cui un malinteso banale può portarsi dietro strascichi di vita insospettabili, chiacchiere vere o presunte, leggende metropolitane e storie che da un sassolino diventano un macigno, cosa che solo nei paeselli di provincia possono succedere.

La capacità di Vitali poi di scrivere un romanzo piacevole e scorrevole partendo da un fatto in sé senza troppa importanza è lodevole. Più di 300 pagine che vanno giù bene, narrazione veloce, fresca, a cui ci si affeziona.

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Una recensione molto bella che invita alla lettura! Visto che adoro Vitali, mi segno il titolo, grazie!
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