Dettagli Recensione
Il tesoro più prezioso
Sullo sfondo di una Torino che si veste delle sue atmosfere più affascinanti si svolge la vicenda di Anna, giovane vedova che vive di ricordi e di apatia. Gestisce una libreria di testi antichi, attività in fallimento ormai da tempo. I giorni si trascinano lenti, riempiti del solito vuoto di sempre, finché nella vita della protagonista non compaiono all’improvviso due uomini, di cui uno si rivelerà interessato soltanto a un misterioso “tesoro” sepolto nell’oblio della Storia. Chi sarà quello che vorrà invece scoprire il vero tesoro custodito nel cuore di Anna? Un romanzo capace di tenere altissima l’attenzione del lettore, una storia travolgente!
Secondo libro che leggo di Elena Genero Santoro, già molto apprezzata ne “Gli angeli del bar di fronte”; una scrittrice a pieno titolo che definire semplicemente di talento è ben poca cosa. Scrittura fresca e vivace, la sua, versatile e ricca di quella profondità d’animo che nella penna di chi scrive non dovrebbe mai mancare. Ottimamente costruiti trama e personaggi, da quelli principali a quelli secondari; anche gli “assenti” trovano la propria giusta collocazione in un ben dosato intreccio di narrazione al presente e flashback del passato. Oltre a quello della giovane donna protagonista, spiccano pure i personaggi di Sylvia, drogata di social network (che, a tal proposito, dovrebbe indurre a una seria riflessione), e di Amanda che, con la sua schizofrenia a livello patologico fuori controllo, ci conduce nei luoghi più bui dell’anima, dandoci così occasione di fare un ulteriore plauso all’autrice per aver trattato con particolare sensibilità - e chiari riferimenti a Franco Basaglia - anche il tema della malattia mentale.
E poi c’è lei, Torino, invidiabile location ma, nel contempo, anche prima donna dall’inconfondibile, quasi magico, fascino barocco: da Piazza Castello, sovrastata dalla maestosità della facciata di Palazzo Madama, ai portici di via Po, dalla Mole Antonelliana, sede del Museo del Cinema, a Piazza San Carlo, dalle vie e i locali del centro al Parco del Valentino, la città sabauda si anima di vita propria e, un po’ ombrosa e un po’ solare, tra queste pagine incanta. Per chi, come la sottoscritta, ama Torino, un motivo in più per leggere questo bellissimo romanzo che, attraverso una piccola storia magistralmente narrata, esorta a non lasciare inaridire il cuore, ricordandoci che la nostra capacità d’amare è il tesoro più prezioso in ognuno di noi.