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Magnificamente Grazia
Una splendida lettura, l’omaggio da parte di un grande scrittore di oggi a una grandissima autrice di ieri, la cui opera non sembra destinata a tramontare!Marcello Fois, nuorese come Grazia Deledda, ci regala una pièce teatrale incentrata sulla sulla figura della nostra scrittrice Premio Nobel di cui dovremmo (specie qui in Sardegna) essere più fieri.
Tre atti che portano in scena altrettanti momenti, tutti cruciali, della vita della Deledda: la partenza dal paese natio nel 1900, le ore precedenti la consegna del Nobel a Stoccolma nel 1926 e, infine, l’inappellabile sentenza di morte pronunciata presso uno studio radiologico romano quasi dieci anni dopo. Ne emerge un verosimile ritratto della scrittrice e della donna, anche in relazione agli affetti più cari, in particolare il marito e l’anziana madre. Mi hanno profondamente colpita proprio i dialoghi con quest’ultima, dove si riscontra, come spesso accade nei rapporti tra genitori e figli, un intreccio di amore inespresso e forte incomprensione destinato, purtroppo, a rendere soltanto più amara la vita; inevitabilmente, queste pagine finiscono per toccare anche il tema del ruolo femminile, dal momento che, all’epoca della giovane Grazia, per una donna non era impresa facile né dedicarsi alla scrittura né lasciare la casa d’origine, soprattutto in un ambiente come quello isolano di fine Ottocento-inizi Novecento.
Una figura, dunque, forte, coraggiosa e indipendente alla quale la penna abile e attenta di Fois rende il dovuto riconoscimento. Un libro che consiglio a chi ama Fois, così come a chi già conosce l’autrice di “Canne al vento”, “Cosima” e tanti altri romanzi indimenticabili o volesse iniziare ad avvicinarsi all’opera deleddiana.
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Prova a dare a Fois una seconda possibilità... io ho scoperto la sua scrittura solo l'anno scorso (e da sarda me ne vergogno!) e ne sono entusiasta!
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