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L'estate più bella della mia vita
 
L'estate più bella della mia vita 2017-08-01 09:40:19 Elena72
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Stile 
 
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Elena72 Opinione inserita da Elena72    01 Agosto, 2017
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legami che fanno soffrire e crescere

"L'estate sancisce spesso un cambiamento. La fine dell'adolescenza o l'arrivo della vecchiaia. La fine di un matrimonio o la nascita di un nuovo amore. Ma, soprattutto per una famiglia, l'estate coincide anche con alcuni presagi.” (p. 115)

Il libro di Francesca Barra parla proprio di tutto questo: della famiglia, dell'adolescenza, dei legami più profondi che talvolta si rovinano; racconta della difficile relazione tra tre sorelle che si troveranno a provare reciproci rancori per molti anni a causa di incomprensioni, desideri inespressi, inspiegabili rinunce. La storia è divisa in due parti: nella prima l'autrice rievoca l'adolescenza di Ida, Rossella e Beatrice, un po' complici e un po' rivali fino al giorno in cui Beatrice, bella e spregiudicata, decide di lasciare il paese della Basilicata in cui è nata e dove lei, ormai, si sente soffocare. Beatrice coglie l'occasione e si aggrega ad un amico d'infanzia, Salvatore, che si reca a Milano per frequentare l'università anche se lei, di studiare, non ha alcuna voglia. Salvatore accetta di partire e di condividere con Beatrice la vita al Nord, ma nella sua esistenza rimane l'ombra dell'insoddisfazione e il dolore di un segreto rancore. Il ragazzo, infatti, è da sempre innamorato di Rossella che, ancora troppo giovane ed immatura, non ha voluto ammettere di provare un sentimento così impegnativo e non si è sentita pronta per lasciare la famiglia e la terra d'origine. La partenza di Beatrice e Salvatore segna per sempre il destino delle tre ragazze che prenderanno strade diverse e resteranno separate per anni senza comprendersi.
La seconda parte del libro vede invece protagonisti i figli, ormai adolescenti, di Ida e di Beatrice; Rossella, infatti, non si è mai sposata, Ida ha partorito Nicola e Miriam mentre Beatrice, dalla relazione con Salvatore, ha avuto Giulia e Lorenzo che, dopo l'ennesima crisi nel matrimonio dei loro genitori, si ritrovano a passare due mesi di ferie in Basilicata dai nonni. Nati e cresciuti in Brianza, Giulia e Lorenzo all'inizio faticano ad ambientarsi, poi stringono nuove amicizie e soprattutto conoscono meglio i loro cugini, Nicola e Miriam; quest'ultima, un tempo molto dinamica e dedita agli sport, è ora, a causa di un tuffo da una scogliera, invalida e costretta a muoversi su una sedia a rotelle. La presenza dei nipoti regala ai nonni un po' di vitalità e consente anche a Miriam e alla sua famiglia di riconsiderare con occhi diversi e migliori prospettive la disabilità che le è capitata. Bagni al mare, giornate in campagna, risate in compagnia, nuovi amori e qualche litigio: l'estate porterà a tutti, anche a Ida, Rossella e Beatrice, la possibilità di chiarirsi e di ridisegnare le strade delle loro esistenze.

Il romanzo di Francesca Barra, strutturato in modo semplice e schematico, mette a confronto due generazioni, adolescenze vissute in tempi e modi differenti ma comunque accomunate dal desiderio di incontrare l'amore e trovare la propria strada. Tratto unificante tra la prima e la seconda parte è il sentimento forte che lega genitori e figli, rapporto non sempre facile e talvolta in contrasto con il desiderio dei giovani di conquistarsi il diritto ad essere felici. Altro tema dominante è il rapporto tra fratelli (o tra cugini) che, seppur caratterizzato talvolta da gelosie e incomprensioni, resta un legame forte che può aiutare a superare le difficoltà della vita.
Lo stile della Barra è lineare, piuttosto asciutto, molto scorrevole. Si respira tra le righe l'amore dell'autrice per la sua terra d'origine di cui descrive abitudini, profumi e colori. Un romanzo semplice e piacevole che lascia una sensazione di positività.

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