Dettagli Recensione
La soluzione di Nullo al carobenzina
Diego Marani attraverso la Vita di Nullo racconta la storia di una generazione (“Gli ultimi astanti di un bar che nessuno frequenta più”) che riconosce la propria identità per opposizione, assumendo Nullo come “la nostra vittima sacrificale, il nostro capro espiatorio. Ma la sua peculiarità era che dal sasso del sacrificio neanche a rito compiuto voleva spostarsi”.
Come spesso succede, l’importanza di Nullo esplode quando lui viene meno (“Eppure mi sento colpevole della scomparsa di Nullo”): in quel momento la coscienza del gruppo si afferma (“Ci tenevi in pugno, ci costringevi a esaudire le tue smanie e lasciavi a noi l’amara parte del carnefice”) e si celebra come nei tempi passati (“Lontano dal bar Nullo era lasciato a se stesso. Noi in qualche modo convogliavamo il suo anelito all’autodistruzione in una danza tribale che alla fine lo salvava”): quando Nullo era figura tragica sul suo Malanca Testarossa, o sulla 127 a benzina trasformata con alimentazione a metano (“… due siluri… sul portapacchi… sembrava un sommergibile…”).
“Che Nullo sia ancora vivo e vegeto ne abbiamo ovviamente la certezza”. Che sia scomparso, forse, lo si deve alla rivelazione di un segreto: la soluzione di Nulllo al carobenzina (“Nullo dice che poco gliene importa se il prezzo aumenta, tanto lui al distributore ne fa sempre solo cinquemila lire alla volta”).
Difficile stabilire il discrimine tra bullismo (“La nostra derisione era un abbraccio caldo che lo tormentava e lo consolava, che lo ripagava di ogni sofferenza e gli dava il suo esclusivo posto fra noi”) e venerazione (“Ci porterà via da questo pianeta disabitato, da questo brutto bar, da questa gente cattiva, da questo tempo che non è il nostro dove nessuno ci conosce più”).
La storia scorre tra due argini: lo sgomento per la crudeltà delle dinamiche del branco, la nostalgia per le dinamiche giovanili…
Giudizio finale: cameratesco, cinico, generazionale
Bruno Elpis
Indicazioni utili
- sì
- no
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
Più che altro, mi ha messo a disagio il fronte coalizzato contro una vittima... non tollero i soprusi e tutto ciò che possa assomigliare al maltrattamento... però il libro è breve, dipende forse un po' anche dallo spirito con il quale lo si legge... ma tu piuttosto, che ti succede? Resta con noi, come vedi - anche involontariamente - cerchiamo di tirarti su. Un abbraccio. :-)
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Avessi saputo che sarebbe stato apprezzato te lo avrei spedito subito.
Bruno, ti prego. E' BRUTTO !!!
:-)