Dettagli Recensione
il dolore più grande
Una gravidanza molto desiderata e la scoperta, al settimo mese, di una displasia scheletrica che non consentirà al bimbo di vivere, forse neanche di sopravvivere al parto: che fare?
Era da tempo che mi proponevo, incuriosita dalle numerose recensioni, di leggere questo libro che ha fatto molto discutere; eppure ogni volta che mi capitava tra le mani, qualcosa mi tratteneva dall'aprirlo; forse temevo di trovarvi un dolore che non sarei riuscita ad affrontare o forse non mi sentivo pronta a rispondere alla domanda che ogni madre si pone di fronte al dramma che la protagonista ha vissuto: e io, al suo posto, cosa avrei fatto?
Luce e Pietro da tempo cercano di avere un figlio e ora il loro desiderio sta per avverarsi: per Lorenzo hanno già preparato tutto: corredino, cameretta e un immenso amore. Ma l'amore a volte non basta ad arginare ciò che non è prevedibile: Lorenzo ha una malformazione genetica che non dà speranze. Luce, sconvolta, non sa prendere una decisione; l'istinto la spingerebbe ad andare avanti, a proteggere la sua creatura contro tutto e contro tutti. Ma Pietro è di un altro parere: come potrebbe vivere un bimbo le cui ossa non sono in grado di crescere? Con quali prospettive? Quali sofferenze? Le leggi italiane non danno scelta: al settimo mese un aborto terapeutico non è consentito e così Luce e Pietro si recano a Londra per sentire l'ennesimo consulto e per avere la possibilità di decidere se mettere al mondo Lorenzo, oppure evitargli un tale dolore.
“Nessuno sa di noi” è un libro dal forte impatto emotivo, in cui al lettore non viene risparmiato nulla. La Sparaco descrive magistralmente un iter che si dipana tra esami, consulti medici e freddi ambulatori. Un calvario fatto di ansie, dubbi, sensi di colpa, solitudine, impotenza, rassegnazione, disperazione, depressione. Luce e Pietro vengono duramente messi alla prova, la loro esistenza non sarà più quella di prima: dovranno affrontare un periodo di profonda crisi e di incomunicabilità, proveranno il desiderio di fuggire, saranno sopraffatti dall'odio per chi il sogno di avere un figlio lo ha realizzato senza fatica, proveranno rabbia verso chi, con superficialità, si permette di giudicare senza sapere.
La scelta dei protagonisti di questo romanzo è discutibile: non li condanno, capisco le loro motivazioni; posso solo dire che io al loro posto avrei agito diversamente.
Il romanzo della Sparaco mi ha profondamente scossa, ha fatto riemergere un dolore che nella mia esperienza di madre molti anni fa ho vissuto e avevo in parte rimosso. E' un libro che ha il pregio di far riflettere su una tematica scottante e dolorosa che vede protagoniste madri che non potranno mai abbracciare la creatura che tanto avevano desiderato, madri di cui si preferisce non parlare, non sapere.