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47...morta che parla
47…morto che parla.
Anzi, morta.
La morta in questione è stata accompagnata in stazione, ha preso un aereo per Londra, ha scritto la cartolina…
Come è possibile?
E’ ancora tutto frutto della mente del giovane Ernesto Livera, detto il Dubbio?
Ernesto da ragazzino ha rinvenuto il cadavere del padre in riva al lago, mezzo dentro e mezzo fuori, e da allora non è più stato tanto normale, sostiene di vedere il padre in giro per Bellano, di parlargli addirittura…e questo fa impazzire la povera madre, la signora Canterina, e il dottor Lonati, che da tanti anni ha a cuore la sorte di questo ragazzo strano, che non sa prendere una decisione, la cui risposta frequente è “Boh!”.
Non sa che fare del suo futuro, come sbarcare il lunario e mentre la madre si affanna a fargli trovare un’occupazione fissa e degna lui con il suo mestiere di “nolleggiatore” porta in giro turisti sul lago…e si caccia in un mare di guai.
Ma la morta?
Torniamo indietro un attimo, al mercato di Bellano dove il Biagio Riffa detto “truffa” venditore ambulante di scarpe il cartone insidia le giovani del posto, ogni paese è buono per un’avventura diversa…e Riffa è quello che si potrebbe considerare il migliore amico del Dubbio…e oggi ha proprio beccato due belle pollastrelle di Acquaseria, la Valeria e la Tina…la Valeria poi…bionda, bella, esuberante…
Ha combinato un incontro al crotto per la sera stessa…ma gli serve un amico per la Tina, chi meglio del Dubbio?
La serata finirà malissimo per Biagio, Valeria è in partenza per Londra dove affinerà il suo inglese, e comunque non ha nessuna intenzione di stare al gioco del Truffa. Mentre Tina e il Dubbio se ne vanno a casa, Valeria molla lì Biagio come un cucù e se ne va.
Qualche ora dopo il Dubbio, nella sua traversata notturna con la Canterina (la barca…si chiama come la madre) per rifornire alcuni clienti di sigarette non proprio nazionali…urta qualcosa con un remo…punta la torcia e … non crede ai suoi occhi. Il corpo di una giovane bionda, bella…ma è proprio la Valeria? Ha paura Ernesto, riesce a confessarlo solo al dottor Lonati, e penserà lui a chiamare i carabinieri ma…di cadaveri nemmeno l’ombra.
Che si sia ancora sognato tutto? Come quando credeva di vedere il padre in giro per Bellano?
E in più...quella che il Dubbio sostiene sia la morta…corrisponde tramite telefono e cartoline con l’amica Tina!
Da qui tutta una serie di misteri, storie passate, segreti di famiglia sepolti e taciuti da anni piano piano si dipanano, in un’estate bellanese un po’ pazza, calda e afosa come non lo era da anni, che ha come sfondo tantissimi personaggio che tutti insieme fanno IL personaggio: il paese, Bellano.
Tutti insieme sono come un unico organismo fatto di tante piccole sfumatura e volte divertenti, a volte amare, a volte tristi, a volte tragiche.
Questa ennesima storia di Vitali è forse un po’ meno efficace delle precedenti, la storia principale lascia a volte un po’ di spazio a tante piccole storie parallele, quella della Tina, della Supposta, della levatrice Dominetti, dei carabinieri della stazione di Bellano, tutte insieme per risolvere il mistero del corpo visto dal Dubbio…sempre che poi il mistero si risolva.
Tante storie in parallelo che forse rendono un po’ meno scorrevole e fluida la narrazione e la comprensione della vicenda, Vitali normalmente è un po’ più lineare nel dipanare le sue storie, ma ugualmente godibile, con tratti di ironia che lasciano sicuramente il sorriso stampato in faccia.