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Avvocato d'insuccesso
Dopo una lunga pausa dal divertente "Non avevo capito niente" (non chiedetemi perché, visto che mi era pure piaciuto tanto...ma qui, tra tanti libri, è facile perdere la rotta), mi sono decisa a proseguire con le elucubrazioni dell'avvocato Vincenzo Malinconico, un vero "avvocato d'insuccesso", tendenzialmente confuso, moderatamente pigro e indolente, sentimentalmente incasinato, sufficientemente intelligente e dannatamente simpatico.
Malinconico è un uomo consapevole di essere quello che è, un uomo normale.
A volte brillante, a volte pessimo.
Non è un duro, non lo è mai stato.
È uno che quando c'è da prendere una decisione cerca sempre d'imboccare strade alternative, perché per decidere devi essere convinto e lui non è quasi mai convinto di nulla: è più un tipo da opzioni.
È succube dei suoi stessi pensieri, pensieri che vagano liberi nella sua testa, sfuggenti, promiscui, ostinati nel non farsi "catturare".
Un uomo che non riesce mai a trovare la risposta giusta al momento giusto, ma che ogni volta gli viene in mente quando torna a casa, fuori tempo massimo, quando non vale più, quando non serve a niente...
E allora per prendersi la rivincita sulle parole, scrive.
Vincenzo Malinconico è un uomo a cui spesso sfugge l'andazzo della vita, che si percepisce "guasto", ma incapace di "ripararsi", consapevole di perdere pezzi senza neanche cercare di capire dove siano andati a finire...
Fa battute spiritose, ma non scommetterebbe mai su se stesso.
Non sopporta la sua ex-moglie, ma adora sua suocera (quella che beve Jack Daniel's, sì)...e che non è "ex" perché le suocere lo sono già di default.
Sa benissimo di non essere all'altezza di quello che dice, eppure lo dice lo stesso.
Se potesse scegliere chi riportare in vita, richiamerebbe Massimo Troisi, adora De Andrè e piange guardando "L'ultima neve di Primavera".
I libri su Malinconico non hanno una vera e propria trama/storia all'interno, e se ce l'hanno è comunque debole, serve solo a "supportare" i pensieri del protagonista.
Si tratta di "situazioni narrative" in cui ti ci ritrovi, ti specchi...ti ritrovi a dire: "Porca miseria, è vero! È proprio così".
De Silva è uno scrittore a doppio fondo, un po' superficiale e un po' profondo, un po' stupido e un po' geniale, un po' scontato e un po' originale.
Il suo pregio più grande è quello di riuscire a trovare il comico nel tragico!
Quando lo leggo ho sempre la sensazione di parlare con un vecchio amico che sa tutto di me...ed è bello.
Insomma, tutto questo per dire che c'è chi perde la testa per i vari MrDarcy, Heathcliff, Mr Rochester...e poi ci sono io...che impazzisco per Vincenzo Malinconico.
Praticamente una sfigata!
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