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Le notti blu
 
Le notti blu 2017-06-11 08:14:06 ornella donna
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
ornella donna Opinione inserita da ornella donna    11 Giugno, 2017
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Il mistero dinamico dei rapporti umani

Chiara Marchelli pubblica con la casa editrice Giulio Perrone il libro Le notti blu.
Sono lunghe ed insonni le notti del piccolo Mirko, che le chiamava notti blu, interrotte solo dal bicchiere di latte caldo, che il padre gli donava. Ora il tempo è trascorso, Mirko è un adulto problematico, ha sposato Caterina, ma cinque anni prima dell’inizio della storia che il romanzo di Chiara Marchelli racconta, Mirko si è suicidato la notte di Capodanno, apparentemente senza una ragione. I protagonisti del romanzo sono i genitori di Mirko, Larissa e Michele, che vivono a Manhattan dove lui è professore alla Columbia University di Teoria dei giochi, tra le quali è cresciuto il loro unico figlio, promettente scienziato, che però, aveva deciso imprevedibilmente di tornare a Genova, città di origine della famiglia, dove si era sposato. Michele e Larissa sono una coppia legata ai loro rituali, alle loro piccole, intense e radicate, abitudini, pochi amici, molte letture e tante passeggiate silenziose. Dopo la morte del figlio la loro vita diventa opaca, segnata dal dolore, Michele si ferma a bere nel bar di Francisco, scambia qualche idea con l’amico di Brian, continua a pronunciare dentro di sé ossessivamente il nome del figlio; mentre Larissa è esile, silenziosa, appartata, infelice.
Questo precario equilibrio emotivo è rotto da una telefonata della nuora, ha trovato una lettera, nella quale un avvocato parla di una richiesta di riconoscimento di paternità da parte di una donna, che si dice madre di un bambino di otto anni, il cui padre sarebbe Mirko, anche se manca la prova. Michele vuole sapere ogni particolare su questa vicenda sconosciuta, mentre Caterina e Larissa reagiscono in altro modo, anzi Caterina si sente tradita e non accetta più il suo ruolo di moglie di Mirko. La reazione peggiore sarà di Larissa, che non può accettare che Mirko abbia taciuto proprio a lei, la madre, il suo ruolo di padre mancato. La narrazione procede in mezzo a molti dubbi, alle incertezze su come affermare una tale situazione emotiva, alla diversità di sentimenti e sensazioni che suscita all’interno del vissuto dei tanti protagonisti.
Una scrittura dura e tagliente per un argomento duro come quello della perdita di un figlio. Una indagine attenta sulle psicologie dei personaggi. Una geografia del dolore. Questo romanzo è una fotografia della emotività e della resistenza al dolore nella quale ci si sente trascinate con sofferenza, ma anche con qualche speranza per la sopravvivenza. Candidato al Premio Strega 2017, un romanzo particolare che riflette sui grandi temi con profondità e particolare sensibilità.

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Consigliato a chi ha letto Michela Marzano, L'amore che mi resta.
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