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Se un pomeriggio d'estate un lettore...
Il mio primo incontro con Italo Calvino non poteva essere più strano. Mi ha sinceramente spiazzato, considerando anche le recensioni entusiastiche e i voti altissimi che ho trovato in giro per il web. Forse ho cominciato con il libro sbagliato per approcciarmi all'autore.
Lo stile di Calvino è abbastanza complesso, ricercato, intricato. Richiede una lettura più che attenta ed è facile ritrovarsi a vagare con la mente. Se da una parte mi inchino e apprezzo la bravura di un grande scrittore come Calvino, dall'altra rimango leggermente perplesso dalla sua spasmodica ricerca di una complessità che ho trovato a volte artificiosa al punto da diventare insostenibile, e che in certi momenti a parer mio poteva essere evitata. La trama di questa storia poi, volutamente frammentaria, non fa altro che accentuare questo senso di estraniamento del lettore.
Comunque, a parte tutto questo, Calvino è bravo a mettersi nei panni di un generico lettore, perché è chiaro che "Se una notte d'inverno un viaggiatore" ha come unico obiettivo quello di sviscerare questa figura in tutte le sue forme.
La vicenda vede come protagonista, per l'appunto, un "Lettore", un semplice uomo come voi e me, che si ritrova tra le mani l'ultima fatica di Italo Calvino: "Se una notte d'inverno un viaggiatore". Entusiasta, il lettore si lancia in quest'ultima avventura cartacea, ma scoprirà presto che quest'opera è vittima di un orrido errore di stampa: molte delle pagine sono mancanti e quelle poche che ha letto non appartengono al libro che credeva di leggere ma ad un altro, di un autore polacco. Da questo frainteso, alla ricerca del libro perduto, il Lettore si ritroverà a leggere vari incipit di vari romanzi, tutti spacciati per quello che ha appena interrotto ma che sempre si rivela tutt'altro e che ogni volta si ritroverà costretto a interrompere, per un motivo o per un altro. L'incubo di ogni lettore.
Il protagonista si ritroverà intrappolato in una rete di intrighi letterari arditi da un individuo losco, che si diverte a falsificare e diffondere romanzi incompiuti di sedicenti autori, il tutto allo scopo di prevalere in una sfida e dimostrare alla controparte femminile (la Lettrice), che la letteratura non nasconde nulla oltre a quello che si legge di primo acchitto. La Lettrice, invece, è colei che cerca sempre un significato profondo in quello che legge, una porta verso un'altra dimensione dove quello che viene scritto non è altro che una parte dell'infinito del "non detto". Quando legge, lei cerca l'anima delle cose oltre le parole.
Lettore e Lettrice si incontreranno e percorreranno un curioso viaggio in questo mondo fittizio fatto di falsità e peculiarità letterarie, di libri proibiti e incompiuti.
" [...] d'una lingua scritta è sempre possibile desumere un vocabolario e una grammatica, isolare le frasi, trascriverle o parafrasarle in un'altra lingua, mentre io sto cercando di leggere nella successione delle cose che mi si presentano ogni giorno le intenzioni del mondo nei miei riguardi. e vado a tentoni, sapendo che non può esistere alcun vocabolario che traduca in parole il peso di oscure allusioni che incombe nelle cose. "
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L'autore, che invece conosco abbastanza bene per precedenti letture,
è uno che per analizzare esaustivamente la mirabile levatura della sua opera
necessiterebbe di un critico letterario ben più esperto del sottoscritto.
Non so se esista un punto privilegiato da cui cominciare con Calvino,
i cui scritti sono spesso differenti tra loro per stile come per temi,
ma di certo se dovessi suggerirtene uno fra tutti questo sarebbe "Marcovaldo",
mio favorito tra i favoriti di sempre, che dentro ad un involucro di una scrittura semplice ospita uno straordinario capolavoro.
Se ti capiterà di leggerlo spero potrà esser di tuo gradimento!
Spero proprio che non ti abbiano consigliato questo libro a scuola... perché questo confermerebbe in tutto e per tutto la mia opinione per la quale la scuola più che indirizzarci verso l'amore per la lettura, ci incita ad odiarla, facendoci credere che i libri siano tutti così. Libri del genere vanno letti quando già si è lettori maturi, non prima...
Vale.
Vale.
sì, sono il primo a riconoscere la genialità di Calvino, ed anche io ne ho isolato tratti di alta letteratura. Non reputo artificioso il romanzo nella sua interezza, bensì certi tratti in cui questo suo modo di scrivere così complesso diventa forzato, quando si potrebbe benissimamente evitare anche per dare una tregua al lettore, e permettergli di affrontare nel modo giusto quei passaggi che sono davvero geniali. Poi ovviamente è una mia opinione, e i voti "bassi" non sono certo una bocciatura all'autore, che sicuramente leggerò ancora, seguendo anche i tuoi consigli per i quali ti ringrazio.
Poi mi rifaccio al commento di Michele, e dico che per valutare l'opera di autori del genere "ci vorrebbe un critico letterario ben più esperto del sottoscritto".
D'altra parte... i grandi intellettuali stranieri (che annoverano geni anche più grandi come Dostoevskij), riescono a rendere la loro genialità fruibile... e credo che anche questo sia parte del genio.
Vale.
non credo tu debba scusarti per aver espresso perplessità, anzi,
ti ringrazio per aver condiviso sinceramente con tutti noi il tuo giudizio,
dandone una ottima giustificazione. Tra l'altro io stesso non attribuisco pari
valore a tutti gli scritti di Calvino, ho nutrito delusione per "Il visconte Dimezzato",
ad esempio, e quindi credo che dipenda molto dal libro in questione
oltre che legittimamente dai gusti personali.
Vale.
Vale.
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