Dettagli Recensione
La letteratura: la miccia della storia
In cerca di una lettura piacevole e divertente, ma anche stimolante, mi sono dedicata all'ultimo libro di Alice Basso. Si tratta del terzo volume della serie con protagonista la ghostwriter Vani Sarca.
Stavolta l'eccentrica scrittrice-fantasma dovrà scoprire l'identità di un altro ghostwriter, che si nasconde dietro uno dei più importanti romanzi storici italiani edito negli anni '90: “Verrò a trovarvi sul lago”. Il libro è sempre stato attribuito a Ruggero Solimano ma adesso alla casa editrice L'Erica, mentre stanno curando l'edizione speciale per il ventennale della prima pubblicazione, si stanno accorgendo che Solimano, ormai morto da qualche anno, proprio non può essere il vero autore.
Chi altro se non Vani potrà scovare il ghostwriter che si cela dietro al romanzo?
Inoltre, sebbene il commissario Berganza faccia di tutto per tenerla il più possibile lontano dai rischi, Vani preme per partecipare anche ad un'impegnativa indagine di polizia: deve scoprire come un pericoloso boss agli arresti domiciliari riesca comunque a comunicare con l'esterno per continuare a guidare i suoi traffici.
E la vita sentimentale? Può a questo punto essere trascurata? Il bel Riccardo o il solido commissario Berganza? Chi sarà il prescelto dalla singolare ghostwriter?
La scrittura di Alice Basso è effervescente, brillante, non lascia spazio a momenti di lentezza o noia: il libro si legge tutto d'un fiato ed è decisamente una lettura piacevole. Inoltre nel testo troviamo molte citazioni colte disseminate quasi in ogni pagina che rendono il romanzo ancora più accattivante.
Certo a volte la protagonista, i personaggi, le situazioni descritte potrebbero risultare un tantino poco realistiche, ma non bisogna dimenticare che uno dei punti di forza di questo testo è l'ironia.
Una delle chiavi di lettura con cui accostarsi a quest'opera così scorrevole e avvincente è proprio l'arguta, vivace e intelligente ironia dell'autrice; oltre, naturalmente, alla convinzione che la cultura serva davvero, sia veramente importante: la cultura dà vita alla storia e alle nostre storie quotidiane.
Un concetto, questo, che purtroppo è sempre più distante dal modo di pensare di molte persone.