Dettagli Recensione
L'amore che non conosce confini.
Michela Marzano, pubblica con la casa editrice Einaudi, L’amore che mi resta. Una storia in cui il dolore e la sofferenza traspaiono da ogni poro e in ogni pagina. La famiglia Laurenti è composta da Daria, la madre che tiene saldamente le redini della casa, e da Andrea, marito e padre, insegnante universitario con una fissa per le parole che “pur essendo importanti” non vanno sprecate; che in virtù di questo che per lui è un assioma determinante si aspetta sempre dai figli discorsi grammaticamente corretti. Ritratto perfetto di borghesia intellettuale. Da giovani si resero conto di non poter avere figli, e allora adottarono una bellissima bambina di sei mesi, da un ospedale romano. Le leggi di allora non prevedevano che la bambina adottata sapesse il nome della madre naturale, prassi, poi, attualmente modificata in senso inverso. Daria, non più giovanissima, riesce, successivamente, a concepire un bambino tutto suo. Quando Giacomo nasce, i due genitori si sentono in dovere di dire la verità a Giada circa la sua adozione, precisando fortemente che non ci sono ne ci saranno mai distinzioni di sorta. Tra i due non vi è discordanza d’amore. Giada cresce felice, prende Giacomo sotto le sue ali benevole, e la famiglia cresce in quella che all’apparenza sembra felicità. Fino al venticinquesimo compleanno di Giada, in cui lei si suicida lasciando un tragico biglietto per spiegare il suo insano gesto:
“Vi chiedo scusa. Mi dispiace, papà, non ce la faccio ad andare avanti. Dite a Giacomo che lui sa quello che voglio dire. Dite a Paolo che in fondo non c’entra niente. Dite a mamma che lei è perfetta.”.
Daria cade in una depressione senza scampo, e tramite una sua amica comincia a frequentare un’associazione di auto-mutuo-aiuto, dove si parla proprio della disperazione per i figli morti. Ma non è la strada giusta per uscire da uno stato che va peggiorando di giorno in giorno. Allora va in analisi, dove per giungere alla elaborazione del lutto deve ricordare gli episodi più salienti del pezzo di vita vissuta con Giada. Ricorda, allora, l’ansia costante di lei, la sua paura, immotivata, di abbandono e le sue conseguenti crisi di panico. E poi le sue stranezze, le sue cupezze, i suoi estraniamenti. Comprende, così, l’infelicità della giovane e il suo desiderio intrinseco di conoscenza della madre naturale. Ed è così che Daria intraprende un doloroso cammino, che la porta ad avvicinarsi al figlio Giacomo, per aiutarlo a superare il blocco che gli impedisce di dare esami universitari, pur studiando come un ossesso. Per troppo tempo la famiglia è rimasta in preda ad un oblio, ad una nebbia paralizzante, ad un dolore troppo forte per essere espresso.
Un libro composto da pezzi di scrittura, da flashback, nel tentativo di dare una visione completa di ogni singolo componente della famiglia. Un libro profondo e una lettura intimistica e dolorosa. Un romanzo commovente sulla maternità.